ROMA, 26 OTT. (Italia Estera) - L’ occasione del XVI rapporto Caritas /Migrantes sull’immigrazione offre al mondo politico lo spunto per affrontare una serie di problemi oltre le ideologie e i protagonismi personali.
L’on.Franco Narducci, membro della Commissione esteri della Camera dei Deputati, concorda pienamente con quanto affermato dagli autori del dossier statistico immigrazione 2006, considerando la presenza migratoria in Italia e in Europa una necessità alla luce dello sviluppo demografico del nostro Paese e del nostro continente.
Infatti, in Europa si prevede un flusso migratorio di circa 40 milioni di persone entro il 2050 a fronte di una diminuzione della popolazione di 7 milioni di unità.
Molti immigrati sono passati da una situazione di irregolarità alla legalità; “per evitare gli abusi - afferma l’On. Narducci - bisogna introdurre permessi di soggiorno temporanei per la ricerca di lavoro e prolungare i tempi di regolarità per la ricerca di un nuovo lavoro in modo da evitare le irregolarità immediate”.
L’On. Franco Narducci (membro della Commissione esteri della Camera dei deputati) ritiene, inoltre, che “ bisogna lavorare nel senso dello snellimento dei procedimenti amministrativi e della riprogrammazione flessibile dei flussi migratori legata al mercato del lavoro”
“E’ necessario – aggiunge Narducci – mettere in piedi una grande campagna di informazione a favore degli immigrati circa i loro diritti e i loro doveri in maniera tale da renderli liberi di agire e difendersi nel contesto sociale dove si trovano e siano partecipi della vita pubblica delle città dove abitano. Ciò ridurrebbe anche le situazioni di sfruttamento spesso dovute a condizioni di ignoranza”.
“In questo contesto – prosegue Narducci – le amministrazioni locali devono essere catalizzatori di dialogo tra le culture creando e favorendo occasioni di incontro tra le etnie e tra gli italiani e i nuovi cittadini coinvolgendo anche le istituzioni scolastiche ”
“Insomma – afferma l’On. Franco Narducci – lavoriamo insieme per costruire la convivialità delle differenze e non la separazione, la partecipazione e non l’emarginazione , la cittadinanza e non l’estraneità, adeguando i nostri interventi ai processi di integrazione che in altre parti del mondo hanno interessato milioni di italiani”.(Italia Estera) -