23 gen 2007 | CGIE, COLLABORARE? - di Gian Luigi Ferretti |
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ROMA,23 GEN (Italia Estera) - Premetto che ho grande stima di Domenico Azzia e di Graziano Tassello e non è mia intenzione polemizzare con loro, ma solo discutere con serenità e onestà intellettuale.
Graziano Tassello è un padre scalabriniano e sarebbe il mio segretario generale del Cgie ideale. Domenico Azzia è un rappresentante dell’associazionismo e lo vedrei bene come presidente dell’importante commissione “Stato, regioni, Cgie”.
Entrambi fatto parte di quella piccola area di non schierati politicamente all’interno del Cgie.
Entrambi in questi giorni hanno scritto le loro osservazioni riguardo il dibattito sul Cgie.
Sono perfettamente d’accordo con la loro analisi spietata, che non si discosta da quanto noi andiamo predicando da tempo. Per Azzia “il Cgie non può essere gestito da un gruppo di maggioranza ermetico e schierato politicamente contro una minoranza”.
Per Tassello “ il centro-sinistra del Cgie dovrebbe onestamente ammettere di aver commesso un errore grossolano adottando la strategia pigliatutto, correndo oltretutto il rischio di dover candidare persone non sempre all’altezza. Ed è troppo poco fare appello a future buone intenzioni, visti i precedenti”. Fotografia nitidissima.
Poi però scatta in loro quella che io chiamo “sindrome di Miss Italia”, quella del “vogliamo la pace nel mondo”; cioè vogliamoci bene, lasciamo da parte le divisioni, lavoriamo insieme. E’ una sindrome tanto di moda oggi in Italia. Va bene finché rimane sul piano delle pie intenzioni. D’altronde anch’io mi faccio molte illusioni, tanto non costano nulla.
Ecco dunque Azzia affrettarsi a controbilanciare la sua dura affermazione contro la maggioranza del Cgie parlando di “una minoranza, anch’essa schierata, che si accanisce nella polemica e non su proposte alternative”.
Gli fa eco Tassello, che afferma: “La destra dovrebbe smettere di ritenere che fare il bene comune in emigrazione sia solo fare ostruzionismo”.
Mi permetto di osservare che essere persone moderate, di buon senso, con coscienza civica non significa per forza dovere accettare a tutti i costi soprusi e prevaricazioni.
Non capisco come possa il prevaricato collaborare con il prevaricatore. O come si possa chiedere alla vittima di collaborare con l’aguzzino.
C’è un limite a tutto. Anche a voler prendere alla lettera il dettato evangelico, ormai di guance sane da porgere noi del centrodestra non ne abbiamo più.
Che dovremmo fare? Constatare che sono dei prepotenti, ma metterci tranquillamente a lavorare senza più protestare in modo che poi questi “buoni a nulla ma capaci di tutto”, per dirla alla Longanesi, si facciano belli con il lavoro del Cgie allo scopo di farsi eleggere alle prossime elezioni?
Capisco il disagio dei non allineati, che si sentono in mezzo ai due fuochi. Ma non possono non capire che da una parte sparano i banditi e dall’altra tentano di difendersi gli aggrediti.
Volete sapere l’ultima, cari Azzia e padre Tassello? Molto tempo fa ho chiesto di passare dalla quinta alla sesta commissione. Mi è stato risposto che ci voleva il nulla osta del Comitato di presidenza. Mi risulta che questo si sia riunito una decina di giorni fa. Pensate che mi abbiano usato la gentilezza di informarmi cosa hanno deciso? No, non lo hanno fatto.
Come si può collaborare con gente così?
Gian Luigi Ferretti/Italia Estera
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