NAPOLI, 14 FEB (Italia Estera) - La collaborazione sanitaria in atto fra l’ ospedale Antonio Cardarelli di Napoli e l’ ospedale Charles Nicolle di Tunisi é un esempio di come il Mediterraneo può unire e non dividere i popoli. Il progetto , che si concludera’ in marzo dopo due anni di proficua attività, ha collocato l’Italia in una giusta e meritevole posizione fra i paesi dell’ Unione Europea che perseguono uno degli obiettivi prioritari comunitari incentrati sul dialogo euromediterraneo e sulla politica di Buon Vicinato e Partenariato (ENPI).
La Tunisia e l’ Italia, da tempo in rapporti di amicizia, hanno indicato che quando si vuole, si può lavorare insieme e conseguire eccellenti risultati in un settore di vitale importanza quale e’ quello della sanita’. Ed é la sanità con i suoi effetti soltanto ed esclusivamente benefici sulla salute delle popolazioni che può favorire l’avvio o il rafforzamento delle relazioni in campo culturale e scientifico e di riflesso in quello economico-commerciale. Perchè avvenga questo sono necessarie iniziative al livello nazionale e regionale. Il governo sta lavorando in questa direzione e si propone di fare della cooperazione sanitaria uno strumento privilegiato di politica estera dell’ Italia verso i vicini del Mediterraneo e del Medio Oriente.
Recentemente alla Farnesina si e’ svolta una conferenza che ha gettato le fondamenta per la costituzione di un partenariato per la salute con le nazioni di quell’’area. Alla base della cooperazone sara’ lo stesso concetto che ha animato gli operatori sanitari del Cardarelli e del Charles Nicolle di Tunisi: la ‘’formazone dei formatori’’ nei settori di eccellenza delle strutture ospedaliere coinvolte.
Le linee guida del progetto risponderanno agli obiettivi prioritari della riforma dell’assistenza esterna dell’Unione Europea e si propongono di raggiungere ambiziosi traguardi.. Fra questi vengono indicati, la creazione di una rete di rapporti privilegiati di alta specializzazione fra le singole strutture sanitarie regionali italiane e quelle delle Regioni partner del Mediterraneo, lo sviluppo della capacita’ di interazione e conoscenza internazionale delle strutture ospedaliere regionali e il consolidamento di una metodologia formativa di eccellenza che potra’ essere successivamente trasferita ad altri contesti nazionali e internazionali. (A.M./Italia Estera) -