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16 feb 2007Senatore di frontiera. Considerazioni sull'On. Luigi Pallaro a quasi un anno dalle elezioni - di Alessio Piccirillo

ROMA, 16 FEB. (Italia Estera) - Tutti lo cercano, tutti lo vogliono, un po’ come una sorta di barbiere di Siviglia.
E' il Senatore Luigi Pallaro, (NELLA FOTO) neoeletto Senatore della Repubblica alle amministrative di aprile 2006 tra le fila di "Associazioni Italiane in Sud America", la lista sorpresa del collegio 2, quello del Sud America, appunto, risultata, secondo i dati del nostro Ministero dell'interno,  prima nel continente latino americano  e terza, addirittura, al livello mondiale.
Un bel traguardo, dunque, se si pensa che tale formazione ha avuto il suo "battesimo del fuoco" proprio in occasione delle passate elezioni.
Ora, a quasi un anno distanza si cerca di tirare le prime somme, e vedere realmente cosa ha portato, in termini pratici, l'effettivo esercizio del voto dei nostri connazionali all'estero, e la fattiva presenza (assieme ad altri colleghi di oltre confine) di un loro rappresentante nel parlamento del loro paese natale.
Per prima cosa c'è da segnalare la non bella figura che il nostro governo ha fatto in merito alla questione delle pensioni dei nostri emigrati, cui è seguita una cospicua assegnazione di emolumenti all'On. Pallaro, in cambio, dicono alcuni, del suo appoggio per la votazione della finanziaria, tanto che in molti (ed in tanti, ancora, non hanno capito un gran che della realtà dei nostri italiani d'oltre confine) hanno storto il naso, a torto, pensando ad  un Pallaro come ad una sorta di mercenario calcolatore.
Ed in realtà, forse, l'onorevole Pallaro un po’ lo è calcolatore, ma in termini corretti, certo, e non certo distorti.
Va da se che, infatti, nel programma della sua formazione è contenuto tutto lo scibile per comprendere  la sua "personale" visione della politica.
Personale, ma non solo, condivisa anche di chi gli ha affidato il mandato  per rappresentarlo nel parlamento del paese natale, così vicino per usi, costumi, tradizioni (di cui gli italiani dell'America Latina, come del resto tutti i nostri connazionali intorno al mondo, vanno fieri)  eppure così lontano, a volte troppo,  anche per il modo di pensarla.
E' il mondo dell'associazionismo, che sin dalle origini del fenomeno migratorio in quei territori ha avuto un ruolo fondamentale per l'emigrante, e che non ha mancato di far sentire la sua voce, forte e decisa, nella scorsa tornata elettorale.
Da questo punto di vista, osservando i dati elettorali del Ministero dell'Interno ci si rende conto da dove vengano i risultati migliori ottenuti dal neoeletto senatore.
Brasile, Paraguay, Uruguay, oltre che Argentina (dove, però, Associazioni Italiane in sud America è risultata prima al senato e seconda, con uno scarto davvero minimo alla camera, che ha la prevalenza dell'Unione), sono questi i paesi dove, in alcuni casi, Associazioni Italiane in Sud America ha davvero spopolato.
Paesi dalla grande tradizione migratoria, dove il fenomeno l'associazionismo ha davvero delle radici profonde, e che attraverso ben tre secoli è arrivato sino ai giorni nostri, con speranze e progetti concreti per il futuro.
A tutta questa gran mole di persone l'On. Luigi Pallaro deve tutela e spiegazioni su ciò che accade nel loro paese natale.
Ora, i problemi che hanno segnato l'iter di questo voto, prima, durante, e dopo il fattivo svolgimento delle elezioni, sono a conoscenza di tutti: un nutrito drappello di persone che, per una infinità di motivi era ed è tutt'oggi contraria a che i nostri connazionali esercitino fattivamente l'esercizio del voto, la questione annosa delle sedi consolari, a volte molto, troppo lontane dalla sede di residenza, i misteriosi casi di mancata consegna e, in alcuni casi (come da ripetute denunce di alcuni candidati), di vere e proprie sparizioni di interi blocchi di plichi elettorali.
Di tutti questi problemi si deve sobbarcare l'On. Pallaro, cercando di realizzare il massimo interesse per tutti coloro che gli hanno dato fiducia e, cioè, cercare di portare a casa risultati.
Per fare questo, come indipendente, figura che permette un rapporto a 360° con le tutte forze politiche -   cosa non facile di questi tempi, come tutti sanno - l'onorevole Pallaro deve agire con scaltrezza e perché no, con quel pizzico di spregiudicatezza che, se non esagerata, non guasta, e di certo serve a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Un Pallaro, dunque, che a volte risulta vero e proprio ago della bilancia delle beghe di casa nostra, portando, con il suo voto un peso rilevante, quello di un bel pezzo d'Italia fuori i confini, un parlamentare che tira dritto, ed ha come fine unico la tutela ed il miglioramento delle condizioni delle migliaia di connazionali che hanno scelto la sua persona come rappresentante, che accoglie dentro la sua formazione connazionali di svariati orientamenti politici, ma che rifiuta inciuci con questa o quella parte politica.
"Sistema Italia", questa è la parola chiave che, in maniera sempre più ricorrente che si sente pronunciare nei suoi discorsi.
Un sistema che incrementi, in una condizione lavorativa di partenariato, le relazioni economiche tra imprese italiane e sud americane, favorendo, così, i rapporti tra i paesi latini (e non) e la madrepatria.
Un sistema che permetta di fare assunzioni, produrre lavoro, e quindi moneta, economia.
Un sistema i cui ricavati vengano reinvestiti sul posto e non altrove, che permetta di far crescere, quindi, la qualità della vita.
A questo hanno risposto i vari pesi del Sud America dove è presente una nostra comunità, e tutti, chi più chi meno, attendono segnali dall'Italia.
Segnali che sono arrivati, anche se con questi si sono sviluppate problematiche spinose, come quella recente, inerente la produzione del vino in zone come il Cile, sul cui metodo è piovuta più di una critica da parte di operatori del settore di casa nostra, tanto da diventare questione da discutere in sede parlamentare.
A parte ciò il Sistema Italia, ed i progetti ad esso correlati - come l'Itenets (International Training and Employment networks (Sviluppo di un network internazionale di raccordo istituzionale in materia di lavoro e di formazione), il quale vede la partecipazione, oltre che del nostro Stato, di Regioni, Provincie, e Comuni delle zone che a suo tempo registrarono un picco maggiore del fenomeno migratorio, nonché degli Stati e delle municipalità d'oltreoceano -  potrebbero davvero fare una grossa differenza per il futuro dei paesi interessati e degli italiani che, ormai, vivono da una vita fuori dei nostri confini .
Potrebbe essere davvero una bella occasione di confronto, e questo l'On Pallaro lo sa bene, per questo tira dritto  e cerca  di portare sempre più benefici ai suoi elettori evitando, comunque, di non scendere ad imbarazzanti compromessi, ma cercando collaborazione a tutto tondo.
Del resto il già citato programma  di Associazioni Italiane in sud America parla chiaro: "..I partiti italiani in Sud America non sono mai esistiti, perché i nostri cittadini s'integrarono nella vita politica locale.
Furono le "Associazioni Italiane in Sud America, ed i suoi esponenti, fortemente integrati nel territorio di residenza, gli interlocutori validi e riconosciuti dai connazionali, perché sempre fecero un volontariato disinteressato, e posero a disposizione dei connazionali il loro tempo e le loro risorse.
Le associazioni Italiane in Sud America non si confrontarono mai con i partiti politici.
Al contrario, trovarono permanentemente contatti e collaborazione, tanto nei problemi della nostra comunità come nell'elaborazione di proposte e la ricerca di soluzioni concrete.
Parole chiare, che la dicono lunga su come, in tutti questi anni, le migliaia di italiani emigrati in quei territori si sono rimboccati le maniche, tenendo sempre l'Italia nel cuore, ma venendo spesso dimenticati.
E lo sa bene anche l'On. Pallaro,  che racchiude dentro di se tutti quegli anni di sacrifici,  i desideri, le speranze, le aspettative di tutti coloro che lo hanno votato, e che rappresentano la motivazione più valida per scendere in campo con grinta e passione.
Una grinta , una passione per il proprio paese, immutata, nonostante le svariate delusioni, negli anni.
Mettiamoci bene in mente, allora, che c'è un'altra Italia fuori dei nostri confini, viva e produttiva, che è orgogliosa della propria provenienza e dei propri trascorsi, la quale cerca solo di essere parte integrante  con la madrepatria.
Cerchiamo, per favore, di non deluderla.
 
Alessio  Piccirillo/Italia Estera 



 
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