TORONTO, 19 MAG. (Italia Estera) - A piu` di un anno di distanza dalle elezioni politiche che ha visto per la prima volta, candidati italiani anche all`estero, oggi dei pariti che hanno avuto candidati e anche eletti si parla poco.
Finita la festa "gabbato lo santo"?
Non direi.
Alleanza Nazionale che piu` di ogni altro partito ha sofferto la sconfitta all`estero, si sta riorganizzando. Forza Italia con il suo deputato Ferrigno eletto negli States, tenta ma con qualche difficolta`, a ripartire.
L`UDC, il partito di Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa (di cui sono onorato essere stato il primo segretario politico all`estero e in particolar modo in Canada), ha fatto un grosso sforzo economico e al III Congresso Nazionale ha invitato tutti i candidati a Roma per mettere a fuoco le strategie future del partito all`estero.
Il senatore Gino Trematerra, responsabile per l`estero, uomo del sud e stimato conoscitore delle problematiche degli italiani che vivono fuori del paese del sole, ha le idee chiare: come procedere senza incappare nel problema del 2006 quando l`UDC in America Settentrionale e Centrale ha raddoppiato i voti nazionali (nella circoscrizione consolare di Toronto - Manitoba e North West territories il candidato al Senato ha sfiorato il 23%) senza eleggere neanche un deputato o senatore.
Malinteso tra coalizione, certezza che Tremaglia che con i suoi candidati potesse fare l`emplein e Forza Italia potesse mettere tutti in ginocchio?
Ma queste sono cose del passato.
Anche se all`orrizzonte ci sono nuvole, ora bisogna guardare al futuro senza ripetere lo stesso errore.
E allora come ci si organizza?
L`esperienza ci insegna che in politica quello che conta sono i numeri e soltanto i numeri. Con i numeri si vince, altrimenti andremo a riscoprire l`acqua calda.
L`UDC e` un partito giovane con una lunga tradizione che si rifa` agli albori del 1900 con Don Luigi Sturzo.
Storicamente l`UDC e` il partito moderato e anche dei compromessi e oggi trova consenso anche in Nord e Centro America, grazie all`impegno di uomini e donne che hanno creduto nel progetto Estero nato nel 2001, su proposta di un gruppo di parlamentari e Pier Ferdinando Casini che ebbe la lungimeranza di nominare un Commissario per il Canada eletto piu` tardi Segretario Politico dall`Assemblea del Comitato Nazionale UDC Canada.
E` apodittico dirlo che dopo il Congresso i candidati sono tornati a casa carichi di entusiamo e velleita`.
In tutto questo, credo, non ci sia nulla di male
Il male arriva quando gli uomi e donne si sostituiscono al partito. Questo e` un errore grossolano che potrebbe costare caro a tutti.
La mia sensazione - spero di sbagliarmi - e` che alcuni candidati, hanno il concetto sbagliato della politica e non si pensa al futuro e come migliorarsi, ma si pensa esclusivamente al proprio orticello, creando - seconda la mia modesta opinione - qualche giustificato resentimento e forse anche qualche momentanea frattura in seno all`esistente stuttura politica UDC in Nord America e in particolar modo in Canada dove esiste gia` una macchina politica collaudata.
Essere spontanei, estroversi e ambiziosi va benissimo, ma fare politica e` un altra cosa.
E chi scrive ne sa qualcosa. Creare una struttura politica all`estero non si inventa con l`entusiamo soltanto, ci vogliano idee chiare, essere profondi conoscitori della politica , ma soprattutto lavorare per un idea: anche perche` le distanze sono immense (si va dall`Alaska a El Salvador, passando per il Canada e Messico).
Attualmente l`UDC ha una sola struttura operativa in tutto il Nord e Centro America e` quella del Comitato Nazionale UDC Canada, frutto di sette anni di lavoro certosino e grandi investimenti di denaro e risorse umane Oltre alla sede centrale, conta di ben dieci circoli UDC ubicati nelle principali citta`.
Un patrimonio politico che i dirigenti non dovrebbero sottovalutare e tutelare a tutti i costi.
Altrimenti si rischia di far la fine dell`Andrea Doria.
Vittorio Coco, Segretario Politico UDC Canada/Italia Estera