Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
20 mag 2007On. NARDUCCI, Duro intervento sul pagamento pensioni INPS all’estero: non cessano confusione e disfunzioni

Il deputato più votato in Europa interviene di nuovo su questa spinosa vicenda
 
ROMA, 20 MAG. (Italia Estera) - L'on.le Franco Narducci deputato eletto all'estero sulla vicenda delle pensioni INPS fuori d'Italia ha diffuso una nota che noi pubblichiamo integralmente, anche per rispetto alle centinaia di mail di protesta che riceviamo dai nostri lettori:
"Nonostante incontri, riunioni e relativi comunicati, non cessano le traversie delle pensioni INPS pagate agli aventi diritto residenti all’estero. Con l’interpellanza da me presentata il 17 aprile scorso (VEDI ITALIA ESTERA) avevo messo in evidenza una serie di insopportabili inefficienze che mettono a dura prova la pazienza dei nostri connazionali emigrati, beneficiari di rendite (pensioni di vecchiaia, reversibilità, ecc.) che spesso – nonostante l’esiguità – contribuiscono a rendere meno difficile la loro esistenza.
Purtroppo, in sede parlamentare non ci furono risposte adeguate alla cifra dei problemi sollevati. Ora, dopo alcune settimane, l’INPS chiarisce con un comunicato che le spese per commissioni bancarie - incamerate dalle banche nonostante non siano previste dalle convenzioni stipulate - saranno rimborsate dietro presentazione di domanda all’Istituto centrale banche popolari italiane. La decisione, che riconosce finalmente l’esistenza di problemi vari, è sconcertante perché ancora una volta siamo alla politica dell’annuncio più che delle soluzioni. Non si capisce infatti, giacché l’INPS non ne fa menzione, come si potrà concretamente richiedere e riscuotere quanto indebitamente tolto.
Cosa dire poi dell’invito a rivolgersi ai Consolati per avere chiarimenti o assistenza? Si deve ritenere che l’INPS non ha considerato o non sa che la rete consolare è da tempo al centro di dibattiti accesi per la mancanza di personale, per i ritardi accumulati, per i centralini telefonici intasati e per la mole di lavoro susseguente alle nuove procedure di rilascio dei passaporti.
Occorre dire e ribadire che il pagamento delle pensioni all’estero non è di semplice soluzione come si potrebbe ritenere semplificando con eccessiva facilità. I sistemi bancari dei numerosi paesi in cui risiedono i nostri connazionali sono davvero tra i più disparati, anche se nel tempo della globalizzazione alcune standardizzazioni di processo sono avvenute. L’INPS avrebbe dovuto analizzare a fondo i sistemi in uso in detti Paesi e monitorare costantemente quanto accadeva. Soprattutto occorreva  attenzione e accortezza nell’introdurre le nuove modalità di pagamento delle pensioni all’estero, rese necessarie dall’appalto dei pagamenti al nuovo Istituto bancario. E potenziare l’informazione.
Ancora venerdì sono stati fatti tentativi mirati, in alcune città del mondo, per accedere al numero verde gratuito internazionale, con i seguenti risultati scoraggianti: il numero gratuito indicato sul prospetto non funziona, mentre chiamando quello a pagamento occorre un bel poco di tempo prima che entri in funzione un disco che ti invita a mandare un fax o un e-mail.
In parole chiare, se l’assicurato non ha ricevuto il pagamento della pensione, non sa a chi rivolgersi.
Ma emergono altri elementi inquietanti sull’intera vicenda dei pagamenti delle pensioni all’estero. Dopo la giusta rivendicazione per avere il pagamento delle pensioni in euro, in Argentina, per esempio, accadeva che l’istituto bancario incaricato convertiva gli euro in pesos, e poi li erogava in dollari addebitando la commissione bancaria per l’acquisto dei dollari. Una prassi che ha indotto un nostro coraggioso connazionale, il Dottor Zembo, a rivolgersi alla Lega per la difesa del consumatore e ad intentare una procedura di risarcimento delle commissioni addebitate, quantificabili nella incredibile somma di 20 milioni di dollari.
Non si ha idea se l’INPS fosse a conoscenza di questo stato di cose o se fosse una misura arbitraria dell’istituto bancario, ma  è innegabile il danno subito dai connazionali pensionati. Intanto l’elenco dei disservizi si è allungato e l’INPS deve mettere a fuoco tutti gli aspetti se vuole ristabilire uno stato di funzionalità accettabile.
In America Latina le banche convenzionate con l’ICBPI sostengono, nei confronti dei pensionati, di non avere sufficiente copertura di euro e spingono per il dollaro; non hanno una sufficiente rete di sedi e quindi le persone sono costrette a spostarsi talvolta per oltre cento chilometri; non rilasciano una ricevuta di pensione (con nome, numero e importo) bensì un semplice tagliando di una operazione bancaria senza riferimento alla pensione.
Erroneamente, si propende a circoscrivere il problema alla Sola America Latina escludendo l’Europa, ma non è così.
In Belgio e in Francia le banche si rifiutano di accreditare gli assegni sui conti correnti postali e comunque esigono spese di commissione. Un pensionato italiano residente in Francia ha segnalato un addebito di 15,40 euro a titolo di commissione bancaria per una pensione di 166 euro erogata con assegno. I casi concreti che si potrebbero citare sono tantissimi e comunque molto simili tra di loro. Gli interventi effettuati da numerosi Parlamentari in questi ultimi giorni, dovrebbero spingere l’INPS ad individuare le soluzioni concrete per mettere fine alla sequela di disfunzioni denunciate dai nostri connazionali, che, non dimentichiamolo, oltre alla concreta applicazione dei diritti meritano rispetto per quanto hanno dato all’Italia".(Italia Estera) -
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati