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22 giu 2007IL PRESIDENTE NAPOLITANO ELOGIA LA GUARDIA DI FINANZA

All’Aquila, capitale per un giorno, per la festa del Corpo, il Capo dello Stato è preoccupato per le Istituzioni
 
L’AQUILA,22 GIU (Italia Estera) -  Capitale per un giorno è diventata L’Aquila, accogliendo ieri il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenuto alle celebrazioni del 233° anniversario della Guardia di Finanza tenutesi presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti, un gioiello di struttura d’alta formazione che può ospitare fino a 2700 allievi. Per l’occasione un bel pezzo di Stato è arrivato in città. Con il Presidente Napolitano anche il Presidente del Senato, Franco Marini - di casa per essere nato in un paesino dell’aquilano - la Vice Presidente della Camera, Giorgia Meloni, i ministri Padoa Schioppa, Pecoraro Scanio e Di Pietro, numerosi parlamentari ed autorità civili e militari. Padroni di casa il nuovo comandante generale della Guardia di Finanza, Cosimo D’Arrigo, ed il comandante della Scuola, gen. Luciano Pezzi. Festa di colori, con le tante divise delle varie specialità del Corpo, dai cadetti dell’accademia agli allievi della Scuola dell’Aquila, ai finanzieri di mare, del soccorso alpino, dei servizi antiterrorismo e delle missioni all’estero,  oltre quelle dei vari servizi d’istituto, ma anche finanzieri nei costumi storici a partire dalla fondazione del Corpo, nel 1774.
 
Presenti molte delegazioni dall’estero di Corpi analoghi, Giubbe Rosse comprese. Davvero un bel colpo d’occhio, nell’immenso piazzale della caserma “Giudice”. Un gran parterre di ospiti per assistere alla cerimonia, davvero ben costruita, con tremila persone disposte nei vari palchi. Per questa festa della Guardia di Finanza, che ha di fatto cancellato le polemiche delle ultime settimane per il cambio del comandante del Corpo deciso dal governo, presenti le più alte cariche militari, dal capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giampaolo Di Paola, al comandante generale dei Carabinieri, Giuseppe Siazzu, al capo della Polizia di Stato, Gianni De Gennaro.
 
Il Presidente Napolitano è giunto alle 11, puntualissimo. Ha passato in rassegna – con il ministro delle Finanze Padoa Schioppa ed il comandante generale D’Arrigo - i due reggimenti schierati sotto un sole cocente, ricevendone gli onori militari. Quindi ha preso posto al centro della grande tribuna. II ministro delle Finanze, nel suo intervento, ha definito “esperienza sofferta” le vicende che hanno portato alla sostituzione del generale Speciale al vertice del Corpo. Ha ribadito che la fiducia del governo e delle istituzioni verso la Guardia di Finanza  non è mai venuta meno ed ora bisogna guardare avanti. “Gli alti gradi debbono essere esempio di stile, sobrietà e prudenza”, ha sottolineato.  Quasi tutto l’intervento dell’uomo di governo è stato incentrato sulla lotta all’evasione fiscale. “… Se sarà raggiunto l’obiettivo evasione zero sarà possibile la riduzione dei prelievi”. Secondo il ministro, infatti, è necessario che  “il cittadino capisca che l’evasione è un male evitabile. Serve un atto di fiducia, direi un patto di riconciliazione. (…) In un’Italia senza evasione – ha proseguito il ministro – l’economia crescerebbe di più, creando nuovi posti di lavoro. (…) L’evasione… è a livelli ben superiori rispetto agli altri paesi dell’Europa ed ai paesi ad economia avanzata. E’ quasi il doppio che in Francia, Germania e Regno Unito, quasi il quadruplo che in Austria, Olanda e Irlanda”.  Infine, Padoa Schioppa ha sottolineato come il “sommerso” rappresenti “circa 230-245 miliardi di valore aggiunto non dichiarato”. Dunque, tolleranza zero verso l’evasione, compito cui è chiamata per elezione la Guardia di Finanza.
 
Dopo il saluto del ministro, il Capo dello Stato ha premiato la Guardia di Finanza, appuntando sulla bandiera di guerra del Corpo la medaglia d’oro al merito per l’impegno a tutela dell’ambiente. Quindi ha consegnato le onorificenze ai finanzieri distintisi in servizio. Infine, il carosello davvero stupendo dei reparti in armi e in divise storiche, della banda della Guardia di Finanza e, infine, degli aerei ed elicotteri, che hanno lasciato nel cielo terso scie di fumo giallo e verde, i colori distintivi.
 
Per il Presidente della Repubblica pomeriggio tutto dedicato alle istituzioni abruzzesi. All’emiciclo, sede del Consiglio Regionale, il Capo dello Stato si è recato a piedi, fuori d’ogni protocollo, facendo dalla Prefettura una breve passeggiata, raccogliendo il saluto degli aquilani lungo il percorso. ll Presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, e il Presidente dell’Assemblea, Marino Roselli, lo hanno accolto all’ingresso, insieme al Sindaco della città, on. Massimo Cialente, ed alla Presidente della Provincia dell’Aquila, Stefania Pezzopane. Nell’ampia sala “Michetti” ricolma di assessori e consiglieri regionali, sindaci e presidenti delle Province, Napolitano è stato accolto con grande calore. Il Presidente Del Turco ha illustrato al Capo dello Stato, in rapidi tratti, l’immagine dell’Abruzzo, terra salubre e socialmente sana, in forte ripresa. Gli indicatori economici dicono che lo sviluppo è ripartito, anche se mostra ancora differenze tra costa e zone interne della regione.
 
Gli investitori esteri si fidano dell’Abruzzo e vi portano capitali e tecnologie d’avanguardia. La Regione sta operando fattivamente per la riduzione di costi della politica, seguendo le raccomandazioni del Capo dello Stato. Preoccupazione per lo stato delle istituzioni. Questo il senso dell’intervento del Presidente della Repubblica ai rappresentanti delle istituzioni abruzzesi, riferendo sull’incontro avuto con la Cdl il giorno prima al Quirinale. “Ieri ho incontrato le forze di opposizione” ha detto Napoletano. “Un incontro normale, per quanto abbia fatto scalpore sulla stampa, perché sento di dover avere rispetto per le forze d’opposizione come per quelle di maggioranza. Sono preoccupato per lo stato delle istituzioni. Ci sono provvedimenti essenziali che richiedono impegno in Parlamento e anche un certo clima costruttivo”.
 
Ha quindi precisato: “…Il clima costruttivo si realizza facendo ciascuno la sua parte, collaborando a far funzionare le istituzioni. Chi governa e chi è all’opposizione bisogna che trovino il modo di cooperare per far funzionare nel modo migliore le nostre istituzioni, nel modo più trasparente e anche nel modo più disteso e più conveniente per l’interesse generale ”.  Tra le questioni aperte su cui il Capo dello Stato auspica massima collaborazione tra maggioranza e opposizione c’è l’attuazione del federalismo fiscale, sottolineando come l’autonomia impositiva degli enti locali debba essere “cooperativa e solidale”  ed avere elementi di perequazione e di solidarietà.  “Vi confesso - ha aggiunto - di non essere turbato per un po’ di punzecchiature sul mio modo di operare. Sono le incognite del mestiere. Nel nostro ordinamento il capo dello Stato non ha poteri di governo. Dunque al Presidente della Repubblica non si può chiedere di fare quel che non deve fare, né con un governo, né con un altro. L’istituzione deve avere il senso dei propri limiti, dei propri poteri fissati dalla Costituzione”.  Insomma un richiamo ad esercitare ciascuno con responsabilità le proprie funzioni. Si chiude una giornata davvero particolare, che la capitale abruzzese scriverà con orgoglio nei suoi annali accanto a quelle di altri dieci Presidenti. Solo Cossiga è mancato.  (Italia Estera) -



 
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