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10 ago 2007CARUSO: ''Treu e Biagi assassini''

Dichiarazioni choc del deputato del Partito della Rifondazione Comunista Francesco Caruso dopo le nuove vittime sul lavoro degli ultimi giorni: "La colpa è delle norme che armano la mano dei padroni". Dure reazioni da tutto il mondo politico. Napolitano: "Indegno vaneggiamento". Giordano: "Incompatibile con il nostro partito". Prese di distanza degli alleati. E l'opposizione chiede le dimissioni immediate del parlamentare.
ROMA, 9 AGO. (Italia Estera) -  "Angelo aveva 35 anni, viveva e lavorava a Mugnano, Cristian ne aveva solo 16 di anni, viveva e lavorava a Bolzano. Angelo e Cristian ieri sono morti assassinati nei loro rispettivi cantieri di lavoro. I loro assassini sono Treu e Biagi, le cui leggi hanno armato le mani dei padroni, per permettere loro di precarizzare e sfruttare con maggior intensità la forza-lavoro e incrementare in tal modo i loro profitti, a discapito della qualità e della sicurezza del lavoro".  Così si è espresso oggi Francesco Caruso, deputato del Prc.  Dichiarazioni che hanno scatenato il finimondo.
Le dichiarazioni di Caruso sono state subito bollate come ''culturalmente incompatibili con l'impostazione da sempre adottata dal Partito della Rifondazione comunista'' dal segretario del Prc, Franco Giordano. ''Sono parole in libertà di cui il solo responsabile è il deputato Caruso - mette in chiaro Giordano - Resta invece aperta e ferma la battaglia politica e culturale di Rifondazione comunista contro la precarietà e contro la drammatica cronaca di morti annunciate e di incidenti sul lavoro''.  
Ma qualche ora dopo, l’ex capo dei disobbedienti tenta di aggiustare  il tiro. Si è detto   dispiaciuto di ''aver tirato in ballo Biagi barbaramente ucciso e alla sua famiglia va la mia solidarietà, ma è il centrodestra che si è fatto scudo di Biagi per approvare la legge 30 che ha aumentato la precarizzazione". Quanto alle affermazioni di Giordano Caruso puntualizza: "Io non sono iscritto a Rifondazione comunista, faccio parte del Gruppo alla Camera dove ci sono altri che, come me, non sono iscritti al partito. E in quella sede sono pronto ad affrontare una discussione su queste tematiche".

"Capisco - dice ancora Caruso - che il mio linguaggio rude, senza peli sulla lingua, possa creare malumori negli ambienti politicamente corretti. Ma 1.200 persone non sono cadute dalle impalcature o morte nelle fabbriche per caso. Ci sono delle forti responsabilità politiche e le reazioni isteriche trasversali e bipartisan della casta politica non aiutano a capire come affrontare lo scellerato aumento della precarizzazione". Poi di nuovo: ''Non ho mai accusato nessuno di essere un assassino''.

Le prese di posizione contro di lui sono state immediate e durissime. "La tutela e la sicurezza dei lavoratori stanno a cuore a tutta la maggioranza e a me in particolare - ha rimarcato Tiziano Treu, dell'Ulivo, presidente della commissione Lavoro del Senato -. Lo abbiamo dimostrato, da ultimo, approvando, in tempi rapidissimi, prima al Senato e poi alla Camera, una legislazione fortemente innovativa e volta a migliorare la sicurezza del lavoro nelle fabbriche. Purtroppo, nonostante questo nostro impegno, il dramma delle morti bianche continua ad essere tra di noi. E' giusto e importante, quindi, combatterlo con tutti i mezzi, incluso il contrasto alla precarietà".

"La lotta alla precarietà, tuttavia, non è incompatibile con il riconoscimento della flessibilità, necessaria, ove regolata opportunamente. Non sono certo le uscite irresponsabili e deliranti di Caruso - conclude Treu che ha ricevuto, a quanto si apprende da ambienti di Palazzo Chigi, una telefonata di solidarietà da parte di Prodi - che servono ad affrontare questi difficili problemi. Simili dichiarazioni servono solo ad avvelenare il clima e sono tanto più gravi in quanto rivolte anche a Marco Biagi, che non può replicare perché vittima di terroristi assassini".

Di ''parole demenziali" parla il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che invita a distinguerle ''da quelle di Rifondazione che ha altri toni e altri atteggiamenti", mentre il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Vannino Chiti, definisce le frasi del deputato del Prc ''di un'intollerabile superficialità che denotano scarsa conoscenza degli avvenimenti storici''. ''Completamente sbagliate e francamente sconcertanti'', ''espressione di una cultura politica barbara" le considera il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero.
Per Capezzone della Rosa nel Pugno "Le parole del deputato Caruso sulle leggi Treu e Biagi, e sui loro autori, sono inqualificabili, sotto ogni punto di vista. Mi auguro che, anche nell'area politica di riferimento di Caruso, non tardino - quanto meno - delle adeguate prese di distanza".
''Fanno venire i brividi. Uno che dice queste cose, legittimando di fatto un assassinio, quello di Marco Biagi, non può sedere in un Parlamento democratico'' dichiara in una nota l'ex ministro del Welfare, Roberto Maroni.
Chiede le dimissioni del parlamentare, l'ex ministro di An Maurizio Gasparri: "Come si trova Treu nella stessa maggioranza con Caruso che lo definisce un assassino? E il presidente della Camera Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista al momento della candidatura di Caruso considera assassini anche lui Treu e Biagi, quest'ultimo in verità assassinato dalla Brigate Rosse al cui linguaggio si ispira Caruso?. Il dolore per le morti sul lavoro e la necessità di combattere questa terribile piaga non giustificano il linguaggio di questo pluripregiudicato per atti di violenza. Lo cacceranno dal suo partito e dal suo Gruppo parlamentare?".
Sulla stessa linea anche l'Udc Francesco Pionati: "Le dichiarazioni di Caruso non possono passare sotto silenzio. Sono un oltraggio alla memoria di un martire come il professor Biagi e un indegno atto d'accusa contro Treu cui va tutta la nostra solidarietà - ha detto il senatore - ci aspettiamo che il governo, e i partiti della maggioranza, a cominciare da Rifondazione, prendano le distanze da Caruso. La sua presenza è incompatibile con un partito che si dichiari democratico".
 Per il senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi le "farneticanti affermazioni non sono casuali, ma si iscrivono nella campagna di agosto che una parte della maggioranza politica ha promosso per criminalizzare Marco Biagi e la sua riforma, in vista del confronto autunnale sul protocollo del governo in materia di lavoro e pensioni".(Italia Estera).  
 





 
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