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14 gen 2008EMERGENZA RIFIUTI: Oltre 7000 tonnellate di spazzatura a Napoli

In ginocchio l’economia regionale, l’Ue bacchetta il governo, Aumenta il coro dei no ai rifiuti campani 
 
 
NAPOLI, 14 GEN, (Italia Estera) – Sono oltre 7000 le tonnellate di spazzatura che coprono le strade di Napoli mentre continuano blocchi e interruzioni stradali. A Pianura il quartiere periferico di Napoli c’è grande attesa per la decisione del commissario straordinario Gianni De Gennaro sulla discarica in contrada Pisani che la popolazione non vuole far riaprire.
 
L’emergenza rifiuti si aggrava e lascia a casa centomila studenti che non possono frequentare le scuole rimaste chiuse. Nelle altre regioni d’Italia si estende il fronte del no alla ricezione dell’immondizia di Napoli, capofila il Veneto con il presidente Giancarlo Galan il quale sostiene che i rifiuti di Napoli non sono accettabili perché indifferenziati e quindi tossici.
L’Unione Europea bacchetta Roma ed afferma che gli sforzi finora fatti non sono sufficienti e non bloccano la procedura di infrazione aperta da Bruxelles nei confronti dell’Italia. “Solo se tutte le misure adottate garantiranno il rispetto della legislazione europea e la protezione dell’ambiente e della salute potrà esserci una attitudine positiva”, ha detto Barbara Helfferich portavoce del commissario Ue all’ambiente Stavros Dimas. Il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano non ha gradito l’intervento e ribatte  nel corso di una conferenza stampa al termine della sua visita in Slovenia. “ L'emergenza rifiuti ha preso un rilievo al di là di ogni giusta misura".
 
 
Ma la crisi dei rifiuti sta avendo il rilievo più forte e dannoso nel settore dell’economia in Campania.”Meno 32 per cento per gli ordinativi di ortaggi e mozzarella di bufala, meno 15 per cento di prenotazioni annullate negli agriturismi, da Pasqua in poi. Centinaia di aziende in ginocchio, specialmente le aziende ortofrutticole, addirittura anche quelle biologiche. In una Regione ad elevata disoccupazione, questo significa perdita di altri posti di lavoro. Significa che gli imprenditori campani, i coraggiosi imprenditori campani, investiranno i propri capitali fuori Regione",  denuncia il deputato  di Forza Italia Marage Carfagna per la quale "é un disastro senza precedenti. E mentre accade questo, il Governo, attraverso il solito Pecoraro Scanio, regala alla Regione altri 70 milioni di euro da spendere per l'emergenza brucellosi, senza che la Regione abbia redatto alcun piano” sostiene sempre Carfagna.
 
 "Come nel 1986, subito dopo il disastro di Chernobyl che mise in ginocchio l'agricoltura italiana, occorre adottare un Piano di interventi per risarcire gli agricoltori campani per i danni causati dalla drammatica emergenza rifiuti". Lo  chiede con urgenza la Cia-Confederazione italiana agricoltori, che si dice "fortemente preoccupata" per le conseguenze che si stanno registrando per tutte le produzioni tipiche della regione Campania. "Ormai - avverte l'organizzazione agricola - sembra esserci una vera e propria psicosi per i prodotti campani. Si assiste da giorni a disdette sia dall'Italia che dall'estero. Sui campi restano coltivazioni ortofrutticole per decine di milioni di euro. Più del 35% della produzione di frutta e ortaggi è rimasta invenduta. Non solo. Gli allarmismi scaturiti dalle immagini dei rifiuti, che hanno fatto il giro del mondo, e dalla paura di contaminazione da diossina hanno fatto crollare anche le vendite di latte (-20%), formaggi e mozzarella di bufala (-40%) e olio e vino (-25%)".
 Anche per l'agriturismo, denuncia ancora la Cia, "é una debacle, con un calo verticale (tra il 25 e il 35%) delle presenze. Insomma, per l'agricoltura campana è un tracollo che rischia di assumere dimensioni sempre più gravi, visto che si possono avere conseguenze sia sull'occupazione che sull'intera filiera agroalimentare". La filiera, viene ricordato, genera un giro d'affari fondamentale per l'economia della regione: con oltre 10 miliardi di euro, circa 140 mila imprese, 14 prodotti a denominazione d'origine, 29 vini Docg, Doc e Igt e più di 330 prodotti tipici e tradizionali, "l'agricoltura della Campania rappresenta un settore di grande rilievo che ha sbocchi notevoli sui mercati internazionali".
 
Fra le produzioni che stanno risentendo della situazione, segnala l'organizzazione agricola, ci sarebbero anche le fragole prodotte in serra, "che al momento sono in piena fase di commercializzazione, il più delle volte verso mercati esteri". Inoltre, aggiunge, "della caduta di immagine e dell'allarme suscitato stanno risentendo anche le produzioni delle altre province campane (Salerno, Benevento e Avellino), che non sono coinvolte direttamente dalla vicenda ma subiscono una sorta di 'effetto boomerang'". Da ultimo, viene sottolineato, "per rassicurare i consumatori sulla sicurezza alimentare dei prodotti campani Confagricoltura ha chiesto alla Camera di Commercio di Napoli di attrezzare il laboratorio merceologico dell'ente camerale per effettuare esami sui livelli di diossina dei prodotti agroalimentari".
 
 
 Ammonterebbero ad oltre 70 milioni di euro le perdite subite dal settore turistico a causa dell'emergenza rifiuti. E' quanto emerge da una stima realizzata dal Presidente della Confesercenti di Napoli, Vincenzo Schiavo. "L'immagine da cartolina del Golfo di Napoli - sostiene Schiavo - con il Vesuvio sullo sfondo ha lasciato il posto alle montagne di sacchetti e spazzatura che invadono strade, piazze, interi centri urbani. Un'immagine di degrado e inefficienza diffusa su tutti i media in Italia e anche all'estero. Insieme al danno ambientale e sanitario, è senza dubbio questa la conseguenza più negativa dell'emergenza rifiuti che in questi mesi attanaglia Napoli e Provincia". "Una crisi dell'immagine e della reputazione - prosegue  Schiavo- che, per gli effetti e le conseguenze che si stima avrà sull'economia regionale (si parla di perdite, solo per il settore turistico, di oltre 70 milioni di euro), può essere a tutti gli effetti paragonata a quella scaturita dopo il crollo delle Torri Gemelle l'11 settembre".(A.M./Italia Estera)
 



 
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