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18 gen 2008ANCHE A NOI GIRANO LE PALLE ROSSE DI VERGOGNA

Gian Luigi Ferretti/L’ITALIANO
 
ROMA, 18 GEN. (Italia Estera) - Hanno fatto il giro del pianeta le foto della valanga di mezzo milione di palline rotolata dalla scalinata di Trinità dei Monti su piazza di Spagna dell’altro giorno come lo fecero quelle della Fontana di Trevi tinta di rosso ad ottobre.
Sono immagini bellissime, dai colori vivi, che trasmettono allegria. Qualcuno le ritiene addirittura opera d’arte, per esempio Vittorio Sgarbi che d’arte se n’ intende. D’altronde l’autore, Graziano Cecchini, si definisce “artista futurista”.
Nessun danno né allora né ora. Il colorante era perfettamente biodegradabile. Le palline sono state raccolte dai turisti che si sono divertiti da matti. Poi sono intervenuti i netturbini che hanno aspirato quelle rimaste. Mezz’ora e tutto era a posto.
Grazie Cecchini, gli italiani all’estero ti ringraziamo di cuore. Almeno per un giorno le immagini della tua “opera” hanno sostituito quelle della valanga di immondizia che invade e ammorba le città campane e quelle degli stupidi cartelli di un branco di sedicenti studenti della Sapienza con scritte contro il Papa ed inviti alla Frocessione o alla porchetta atea. Per un giorno non abbiamo dovuto vergognarci della nostra povera Patria.
Ora naturalmente Cecchini è stato denunciato e sarà processato. La pagherà cara. Così vanno le cose in Italia. Pagherà lui mentre il governatore della Campania Bassolino, il sindaco di Napoli Russo Iervolino e il Ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio rimangono indisturbati sulle loro poltrone.
“Ci sarà pure un giudice a Berlino” disse il mugnaio di Potsdam. C’è sempre un giudice pronto in Italia. Basta che Berlusconi telefoni ad un amico e gli segnali un’attricetta e il giudice è sul pezzo, rapido ed implacabile, anche se in effetti poi l’attricetta in questione non è mai stata presa in considerazione.
A Berlino ci sarà pure un giudice, come c’è a Roma. A Napoli no. Per 15 anni Bassolino e C. hanno gestito ininterrottamente l’emergenza rifiuti ed hanno speso un’enorme quantità di denaro. Hanno assunto a peso d’oro amici e amici degli amici come consulenti. E così via. Ma di giudici neppure l’ombra. Tutto regolare.
Eppure già nel dicembre 1992 il boss del Rione Traiano, Nunzio Perrella, che aveva deciso di pentirsi, dichiarò il procuratore Franco Roberti:  “Dotto’, non faccio più droga. No, adesso ho un altro affare. Rende di più e soprattutto si rischia molto meno. Si chiama monnezza, dotto’. Perché per noi la monnezza è oro”.
Così può succedere che, come riportiamo a pagina 3, la Confturismo veneta stia lanciando una campagna pubblicitaria in Germania per dire: “Tedeschi venite da noi, non siamo zozzoni come i napoletani”.
Girano e rotolano le palle, rosse di vergogna. Proprio come a Piazza di Spagna.
Gian Luigi Ferretti/L’ITALIANO / Italia Estera




 
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