Ipotizzati i reati di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e di frode in pubbliche forniture.
NAPOLI, 5 FEB, (Italia Estera) – Sperperi e consulenze d’oro dell’era Bassolino in Campania, una pioggia di danaro oggi alla ribalta dei giudici napoletani. Un milione e cinquantamila euro all’anno era la cifra che veniva data al subcommissario Raffaele Vanoli quando l’attuale presidente della Regione Bassolino (nella foto)ricopriva la carica di commissario straordinario all’emergenza rifiuti dal 2000 al 2004. Agli altri due subcommissari Giulio Facchi e Paolucci andavano 800-900 mila euro.
I pubblici ministeri della Procura di Napoli Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo hanno citato questi due esempi per lanciare un duro atto di accusa nella seconda udienza preliminare, davanti al gip Marcello Piscopo.
Essi hanno ribadito la richiesta di rinvio a giudizio del presidente della Giunta regionale e dei veritici dell’Impregilo e delle aziende associate (Fisia, Italimpianti, Fibe e Fibe Campania), in tutto 28 persone per le quali sono ipotizzati i reati di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato e di frode in pubbliche forniture.
In una udienza svoltasi a porte chiuse sia alla stampa che al pubblico, i due inquirenti hanno sostenuto che l’ emergenza rifiuti è stata sfruttata per elargire “superstipendi”, “guadagni inimmaginabili” per altri settori della pubblica amministrazione.
Secondo l’impianto accusatorio la crisi dei rifiuti più durava e più conveniva perchè serviva a tenere in piedi un sistema di consulenze milionarie, di ingenti compensi, e rilevanti rimborsi spese.
Bassolino, hanno detto i due giudici, “sapeva” e “non poteva non sapere” ed era anche a conoscenza delle inadempienze di Impregilo e delle altre ditte che avevano realizzato impianti di Cdr che producevano combustibile non compatibile con le caratteristiche e la capacità del costruendo termovalorizzatore di Acerra. Bassolino “aveva giuridicamente l’obblgo di controllare” ma non l’ha fatto a giudizio di Noviello e Sirleo.
Nel dicembre del 2007 Bassolino ha già ricevuto una condanna dei magistrati contabili napoletani. All’epoca in cui era commissario straordinario all’emergenza rifiuti, istituì, senza averne alcun titolo, un call center per fornire ai napoletani informazioni di natura ambientale, sprecando così ingenti risorse pubbliche, sottraendole all’emergenza rifiuti. Il danno subito dallo Stato è stato quantificato dai giudici della procura regionale della Corte dei Conti della Campania in tre milioni e duecentomila euro, che Bassolino ora dovrà risarcire.
I legali del presidente della Regione hanno respinto gli addebiti ed hanno presentato ricorso alla sentenza che attualmente è sospesa. (A.M.)