di Alfonso Maffettone
NAPOLI, 9 FEB, (Italia Estera) – I roghi continuano ad ardere nel napoletano ed in Campania dove 300 mila tonnellate di spazzatura, secondo valutazioni ottimistiche, coprono ancora le strade ad un mese esatto dalla nomina dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro a commissario delegato all’emergenza rifiuti. I vigili del fuoco sono intervenuti 70 volte fra ieri sera ed oggi per spegnere le fiamme in situazioni particolarmente gravi nei comune di San Giorgio a Cremano, Casoria, Afragola, Ercolano.
Alla Procura della Repubblica di Napoli va avanti il processo per le irregolarità sullo smaltimento dei rifiuti in Campania nel quale sono coinvolti l’ attuale presidente della Regione , Antonio Bassolino, nella sua veste di commissario straordinario ai rifiuti dal 2000 al 2004 ed altre 27 persone fra dirigenti e manager di Impregilo e ditte associate.
Il gup Marcello Piscopo, dopo circa due ore di camera di consiglio, ha respinto l´eccezione avanzata da alcuni legali della difesa che chiedevano il trasferimento del processo al tribunale di Roma ed ha fissato anche le date delle prossime udienze che si terranno il 19, 23 e 29 febbraio, sempre nell‘aula bunker del carcere di Poggioreale.
Non va avanti il piano di azione presentato il 21 gennaio da De Gennaro. Il piano aveva la scadenza di 100 giorni per lo sversamento di un milione di tonnellate di rifiuti con un ritmo di 10 mila tonnellate al giorno: 7200 prodotte quotidinamente nell’intera regione e 3.000 provenienti dalla raccolta in strada. Fra proteste popolari ed accertamenti tecnici il decollo non c’è stato. Solo passi di lumaca, mentre 1200 tonnellate di spazzatura continuano a marcire nelle vie di Napoli ed altre 1700 a San Giorgio Cremano dove la popolazione è esasperata. Anche a Cercola ci sono manifestazioni per sollecitare la rimozione dei rifiuti.
Entro il 5-6 febbraio si sarebbero dovute attivare tre discariche e quattro siti di stoccaggio. Ma poco o nulla si è mosso. La discarica Tre Ponti a Montesarchio (21 mila tonnellate) nel beneventano resta chiusa perché pericolante, quella di Difesa Grande (42 mila tonnellate) è in attesa di ulteriori rilievi e la riapertura di quella di Villaricca (35 mila tonnellate) nel napoletano è stata bloccata dalla Procura di Napoli per indagini su sospetto inquinamento delle falde.
Per i siti di stoccaggio la situazione cambia di poco: Marigliano stenta a riaprire nonostante l’ok delle autorità competenti, Ferrandelle nel casertano, su richiesta degli abitanti del Comune di Santa Maria La Fossa ,riceverà solo 120 mila tonnellate di rifiuti delle oltre 300 mila preventivate. A Napoli il sito di stoccaggio di Pianura non è stato ancora riaperto e quello dell’ex Manifattura tabacchi ha ricevuto parte della spazzatura ma è di nuovo sotto urgente monitoraggio dell’Arpac, l’agenzia regionale preposta al controllo dell’ambiente. Un gruppo definitosi “Comitato salute e ambiente Napoli est” reclama che esisterebbe una falda acquifera a soli 50 centimentri dal suolo dove verranno deposte le ecoballe.
A scartamento ridotto funzionano 2 degli unici tre impianti di tritovagliatura in attività: Caivano e Giugliano nel napoletano.
Intanto la diocesi di Napoli, retta dal Cardinale Crescenzio Sepe, ha mobilitato 21 parrocchie per incoraggiare la raccolta differenziata per la quale il sindaco Rosa Russo Iervolino non ha fatto nulla sul piano promozionale.
L’emergenza rifiuti, dunque, continua e stimola la fantasia dei napoletani che anche nelle difficoltà non perdono il loro senso dell’umorismo . Oggi i muri erano tappezzati con una parodia del celebre “Urlo” di Munch in un mare di “monnezza” fra il Vesuvio e Posillipo.
Alfonso Maffettone /Italia Estera