15 feb 2008 | AFGHANISTAN: Giunta in Italia la salma del maresciallo Pezzulo. Un appello della figlia:esponete una bandiera italiana. Il maresciallo Mercuri, ferito, ricoverato al Celio |
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CIAMPINO (ROMA), 15 FEB. (Italia Estera) -La salma del maresciallo Giovanni Pezzulo rimasto ucciso nell'attentato dei taleban a Kabul mentre distribuiva medicinali e viveri (vedi Italia Estera) é giunta all'aeroporto di Ciampino. A riceverla a nome del Governo é stato il ministro della Difesa, Arturo Parisi. Con lui il presidente della Camera Fausto Bertinotti e il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Vincenzo Camporini. Un picchetto interforze ha reso gli onori militari. Il C-130 dell'Aeronautica militare è atterrato all'aeroporto militare di Ciampino poco dopo la mezzanotte.
La bara, avvolta nel tricolore, è stata accompagnata nel mesto viaggio di rientro in Italia dal generale Mauro del Vecchio, capo del Coi, il Comando operativo di vertice interforze. Ad attenderlo sulla piazzola dove l'aereo si è fermato, i familiari del sottufficiale, il ministro della Difesa Parisi, Fausto Bertinotti e autorità militari. Dopo il triste saluto al feretro e gli onori militari, la bara è stata trasportata all'Istituto di medicina legale dell'Università 'La Sapienza' di Roma per l'esame autoptico.
Il maresciallo Enrico Mercuri, rimasto ferito nell'attentato é giunto su un altro Falcon 900 dell'Aeronautica Militare. E' atterrato all'aeroporto militare di Ciampino anch’esso poco dopo la mezzanotte. Subito dopo l'atterraggio del Falcon 900 il maresciallo dell'Esercito Mercuri, che ha già subito un intervento chirurgico a una gamba nell'ospedale di Camp Warehouse, a Kabul, è stato trasferito con una barella a bordo di un un'ambulanza dell'ospedale militare del Celio di Roma che lo attendeva di fronte alla piazzola di parcheggio. Scortata da due gazzelle dei carabinieri l'ambulanza ha lasciato l'aeroporto di Ciampino diretta all'ospedale. Lo stesso maresciallo verrà sentito, prevedibilmente nella stessa giornata di oggi, dal procuratore aggiunto Franco Ionta, responsabile del pool antiterrorismo di Roma. Il magistrato ha aperto un fascicolo sull'attentato in cui ha perso la vita il primo maresciallo Giovanni Pezzullo.
Ad Oderzo, il paese del trevigiano dove Pezzulo risiedeva con la moglie e la figlia 18enne sarà esposto un Tricolore alla finestra delle case per ricordare il sacrificio di Giovanni Pezzulo. Un gesto di solidarietà per un uomo che credeva nella pace, "ed era orgoglioso di quello che faceva", ha raccontato oggi senza lacrime la giovane figlia, Giusy. "Papà - ha ricordato - era in Afghanistan per portare la pace, non era la prima volta che andava all'estero: tutti i giorni ci mandava le foto di quello che faceva con i bambini nelle scuole che ricostruivano".
Oderzo sarà vestita di tricolore già da quando arriverà la salma del maresciallo all'aeroporto 'Canova' di Treviso, dopo l'autopsia a Roma. Gli operai del Comune di Oderzo sono al lavoro da ieri per disporre 200 bandiere che l'amministrazione municipale ha voluto esporre, raccogliendo il desiderio espresso dalla famiglia.
Il maresciallo, è stato spiegato, aveva un forte attaccamento alla bandiera italiana, sia quando era in Patria, sia durante le missioni "fuori area". Pezzulo, originario di Carinola, in provincia di Caserta, abitava ad Oderzo da una decina d'anni. Oggi il Comune - che ha proclamato il lutto cittadino e intitolerà una strada al maresciallo - si è preparato per i funerali, che si celebreranno sabato mattina nel Duomo in forma solenne, presenti, tra gli altri, il ministro Parisi e i vertici militari. La camera ardente é stata allestita invece nell'aula Nassiriya della caserma 'Fiore' di Motta di Livenza, sede del Cimic Group South, dove prestava servizio Pezzulo. Un filo inquietante lega il nome della città irachena di Nassiriya a Giovanni Pezzulo. La mattina della strage del 12 novembre 2003 il maresciallo era lì. Si salvò per un caso fortuito, perché passò davanti alla base italiana 15 minuti prima che scoppiasse l'inferno. (Italia Estera).
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