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05 mag 2001Il ministro Bordon ritira le dimissioni dopo una lettera di Amato

- ROMA - Il ministro dell’Ambiente, Willer Bordon, ha ritirato le proprie dimissioni dopo una lettera di Amato.
“Ho avuto questa mattina – ha spiegato poi Bordon – formale assicurazione da Amato che il 18 maggio sarà fissata una data certa per il progetto di rientro da parte di Radio Vaticana nei limiti fissati dalla legge italiana: ma soprattutto, che qualora tale impegno non dovesse risultare rispettato, le conseguenze sarebbero estremamente gravi e di ciò non potrebbe che prendere atto l’intero Governo”.
“Amato – ha proseguito il ministro dell’Ambiente – mi ha inoltre assicurato che nel Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo verrà deliberato (dovrà poi andare in Conferenza Stato-Regioni) il decreto attuativo della legge quadro sull’elettromsog da me proposto, definendone in tal modo la sostanza, in vista dei successivi e conclusivi adempimenti procedurali. Il presidente del Consiglio si è augurato che tutto questo possa consentirci di proseguire insieme il lavoro. Valuto positivamente la lettera di Amato, perchè io, e non solo io, ma anche i cittadini di Cesano e gli altri che hanno chiesto il rispetto della legge e chiedevano cose che fossero assolutamente indiscutibili”.
La novità ha sottolineato Bordon è “che non solo c’è l’impegno da parte di Radio Vaticana ad indicare il 18 maggio una data certa per il rientro nei limiti, ma l’impegno ad assumere come Governo tutte le iniziative conseguenti se questo non avvenisse”.
Il prossimo 18 maggio ha, ancora, precisato il ministro “il Governo è nella pienezza delle sue prerogative per quanto riguarda questioni che attengono al rispetto delle leggi o alle urgenze: abbiamo tutti i titoli per adottare ordinanze necessarie. Il Consiglio dei ministri potrà assumere perfino decreti legge”.
L’altro punto importante nella lettera di Amato secondo Bordon: “è il mio decreto attuativo che va mercoledì in Consiglio dei ministri. Avrei voluto che queste cose ci fossero prima, senza questo assurdo braccio di ferro e che gli impegni fossero presi con chiarezza già da qualche mese ma questa prospettata oggi è una soluzione assolutamente nuova e importante, che fa venire meno, di fronte alla forte richiesta del presidente del Consiglio, di proseguire insieme il lavoro, i motivi delle mie dimissioni: sarebbe infatti surreale se ora rimanessi in una posizione aventiniana”.




 
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