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22 apr 2008Alitalia, titolo sospeso in Borsa, varato un prestito ponte

MILANO, 22 APR. (Italia Estera) - All’indomani dell’annuncio sul ritiro dell’offerta da parte di AirFrance-Klm, i titoli Alitalia sono sospesi per l’intera seduta di borsa in attesa di comunicazioni. La sopensione riguarda le azioni ordinarie, le obbligazioni convertibili e gli strumenti derivati. La vicenda di Alitalia è ora sul tavolo di un incontro a Palazzo Chigi presieduto da Romano Prodi. Sono presenti il ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta e il titolare dei Trasporti Alessandro Bianchi.

Apertura in forte ribasso Prima della sospensione il titolo della compagnia aerea, che in questi giorni tratta in un’unica asta fino alle 17,30, segnava un calo teorico dell’11,29% a 0,55 euro dopo i recenti rialzi. In progresso invece le quotazioni di Air France che a Parigi salgono del 3% circa. Ieri sera il vettore franco-olandese ha comunicato di non ritenere più validi gli accordi contrattuali del 14 marzo scorso per il lancio dell’Ops su Alitalia dal momento che non sono state soddisfatte le condizioni preliminari per l’operazione. Nell’accordo sottoscritto dalle due compagnie aeree di cui parla il comunicato, il lancio dell’offerta era condizionato fra le altre cose al raggiungimento di un intesa con i sindacati sul piano di ristrutturazione, a un prestito-ponte da 300 milioni di euro e al ritiro della causa da 1,250 miliardi di euro intentata da Sea ad Alitalia per aver abbandonato Malpensa.

Slitta a domani il cdm

Il Consiglio dei ministri, con all’ordine del giorno la vicenda Alitalia, dovrebbe essere convocato per domani, presumibilmente nel pomeriggio. È quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi. Sul tavolo, il futuro dell’aviolinea italiano alla luce dell’addio di AirFrance-Klm. Sono due ora le strade praticabili dall’esecutivo: ricorrere al commissariamento previsto dalla legge Marzano oppure varare un prestito ponte e lasciare la "palla" al nuovo Governo Berlusconi. Ma in questo secondo caso, peserebbe l’incognita di Bruxelles che potrebbe considerarlo un aiuto di Stato e quindi imprimere il suo "stop". Si é optato per il prestito ponte.

Il nodo del prestito ponte

Dopo lo stop di AirFrance-Klm il governo uscente dovrebbe varare un decreto per il prestito ponte a favore di Alitalia. "In questo modo si darà tempo al nuovo governo Berlusconi di affrontare la situazione", afferma l’esponente del Pdl Altero Matteoli intervenendo a Radio Anch’io. "Berlusconi - ha aggiunto- ha avuto il merito di dire che l’Alitalia non andava svenduta e l’offerta di Air France-Klm era irricevibile dal momento che prevedeva di mandare a casa il 27% dei piloti Alitalia". A Matteoli risponde seccata il ministro uscente delle Politiche comunitarie, Emma Bonino, assicurando che il governo vaglierà "tutte le ipotesi sul tavolo" senza, però, "violare le norme europee sugli aiuti di Stato". Secondo l’esponente dei Radicali, un prestito ponte significa che c’è "una sponda dall’altra parte del fiume": "Per ora che io sappia non si è manifestata".

Passera: "Nulla sul tavolo"

"Oggi non c’è nulla sul tavolo, è prematuro poter dire qualsiasi cosa perchè della situazione attuale di Alitalia non sappiamo nulla". Secondo l’amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera, bisogna conoscere la situazione attuale di Alitalia: "Dipenderà da questo il suo salvataggio". Per Passera in ogni caso c’è stato "molto disordine informativo" nelle ultime settimane: "La nostra posizione è ben nota". E precisa: "Noi ci siamo impegnati per mesi per mettere a punto un progetto molto serio di sviluppo. Da mesi però non sappiamo quale sia la situazione di Alitalia e quindi, senza avere informazioni su questo non possibile dare una risposta".

Luthansa: seguiamo gli sviluppi

La compagnia aerea tedesca Lufthansa ribadisce la sua posizione rispetto all’Alitalia, ma continua a monitorare gli sviluppi della situazione italiana, anche se non fa previsioni sulle sue possibili scelte future. "Continuiamo a seguire gli sviluppi in Italia", ha detto oggi all’Ansa una portavoce del vettore tedesco riferendosi ai nuovi scenari politici, alla rinuncia di Air France nonchè ad indiscrezioni pubblicate questa mattina dal Corriere della Sera secondo cui Silvio Berlusconi spera di riportare in scena anche la Lufthansa. La portavoce ha subito aggiunto che "la nostra posizione rispetto ad Alitalia è la stessa, non è cambiata". Lo scorso dicembre, come è noto, la Lufthansa aveva deciso di non partecipare a un’offerta non vincolante per l’Alitalia poichè, dopo aver valutato i pro (mercato italiano, brand Alitalia) ed i contro, aveva deciso che "i contro pesavano di più". Tuttavia, è anche vero che la compagnia aerea è decisa a partecipare attivamente - pur con cautela - al consolidamento del settore in Europa e negli Stati Uniti. È questo, infatti, il messaggio arrivato proprio ieri dall’amministratore delegato della Lufthansa, Wolfgang Mayrhuber, il quale parlando a Berlino ha detto: "Credo che vi saranno operazioni di consolidamento negli Stati Uniti e in Europa che daranno vita a grandi grupp" nel settore. Mayrhuber ha poi sottolineando che la Lufthansa vuole avere un "ruolo attivò in questo processo, muovendosi comunque »in modo cauto".


Ibl: "La soluzione non ricada sui contribuenti"

Il ritiro dell’offerta dei francesi di AirFrance complica ancora di più la situazione di Alitalia. L’Istituto Bruno Leoni si dice "allarmato" per l’evoluzione del processo di vendita che ormai dura da circa 16 mesi. Andrea Giuricin, fellow dell’Istituto Bruno Leoni, non si stupisce del "ritiro del colosso franco-olandese": "La rottura da parte del sindacato ad inizio aprile aveva dimostrato non solamente la debolezza dei sindacati nel rappresentare gli interessi dei lavoratori della compagnia italiana, ma una volontà di non arrivare ad un accordo con AirFrance".

"L’offerta dei francesi era l’unica che si era palesata e prevedeva un investimento da parte della compagnia francese di circa 6,5 miliardi di euro nel medio periodo per rilanciare la compagnia italiana", continua l’economista ricordando che "la compagnia ha quasi terminato la propria disponibilità finanziaria netta a breve, tanto che ha dovuto effettuare un’operazione straordinaria di vendita di azioni AirFrance all’azienda di proprietà del ministero dell’Economia Fintecna per circa 79 milioni di euro".

Operazioni di questo tipo sono la regola da mesi poiché la liquidità della compagnia è quasi terminata. "La soluzione francese avrebbe potuto salvare il vettore italiano, anche grazie ad una ricapitalizzazione di un miliardo di euro - spiega - le due fasi di privatizzazione, quella conclusa nel Luglio del 2007 e quella conclusa nell’Aprile del 2008 si sono rivelate un fallimento.

Dall’inizio della procedura di privatizzazione iniziata nel dicembre del 2006, la compagnia italiana ha bruciato circa 600 milioni di euro". Bisogna chiedersi quali soluzioni sono ora disponibili per uscire dalla crisi. Secondo l`Ibl, la soluzione russa di Aeroflot è "molto debole" per via di limiti sia legali che economici: "Una compagnia extra-comunitaria non può infatti acquisire i diritti di traffico intercontinentali di Alitalia per la legislazione vigente a livello internazione ed inoltre Aeroflot, oltre ad essere partecipata al 51,6 per cento dallo Federazione Russa, è una compagnia che fattura poco più di un terzo di Alitalia".

La soluzione italiana di AirOne con il supporto delle banche ha sempre delle "forti criticità" in quanto non solo il vettore posseduto da Carlo Toto ha fatturato nel 2006 quanto le perdite di Alitalia, ma "creerebbe pure problemi di concorrenza sulla rotta Milano - Roma e si formerebbe un piccolo operatore regionale con il 4 per cento della quota passeggeri a livello europeo". "La soluzione di un’entrata di Lufthansa appare remota, ma non è da escludersi a priori - conclude - l’ultima soluzione potrebbe essere quella osteggiata da tutti gli attori in causa, il commissariamento di Alitalia con una drastica riduzione della compagnia e della sua operatività". Il prestito ponte ipotizzato nei giorni scorsi di circa 100-150 milioni di euro, da parte del ministero dell’Economia è sempre più inattuabile, poichè viene meno l’unico acquirente ad oggi esistente che poteva concludere il processo di privatizzazione.

L’Istituto Bruno Leoni chiede che questo clima di profonda crisi ed incertezza circa Alitalia non sia la scusa per l’ennesimo salvataggio a carico del contribuente. Il nuovo govero deve prioritariamente puntare allo sviluppo del mercato tramite politiche di liberalizzazione e non al salvataggio di Alitalia con effetti distorsivi della concorrenza. (Italia Estera) -




 
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