L’on. Franco Narducci ha denunciato con forza il fatto che “si taglia pesantemente sul bilancio del Ministero degli affari esteri … da cui dipendono i servizi per le nostre comunità all’estero e per le imprese italiane operanti all’estero nel quadro dell’internazionalizzazione. Si taglia sull’assistenza agli indigenti, persone ultra settantenni che a questo paese hanno dato non solo incrollabili prove d’affetto ma tantissimo con le loro rimesse finanziarie. Si taglia sulla promozione della nostra lingua e sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, esattamente il contrario di quanto fanno i Paesi europei che competono con il nostro sui mercati mondiali”.
“E’ veramente difficile immaginare - ha esclamato Narducci - come si potranno gestire senza forti contraccolpi i tagli pesantissimi al bilancio del MAE che comprende anche la maggior parte delle risorse destinate agli italiani residenti all’estero, che - non sottovalutiamolo - solamente con il flusso finanziario rappresentato dalle pensioni pagate dall’estero agli ex emigrati convogliano oltre 4 miliardi di euro annui verso l’Italia”.
“Tagli alla politica estera - continua Narducci - che si ripercuotono anche sul bilancio della cooperazione, indispensabile strumento di dialogo tra i popoli per costruire lo sviluppo; così che il Governo si presenta al G8 con un biglietto da visita che reca scritto sopra il taglio di ben 170 milioni di euro alla voce cooperazione internazionale”.
“Un provvedimento - attacca Franco Narducci - che, dopo le lusinghiere promesse elettorali sull’abbattimento della pressione fiscale che hanno fatto leva sulle aspettative dei contribuenti, inasprisce la pressione fiscale senza aggredire i problemi legati alla perdita del potere d’acquisto dei salari” e “non convincono affatto le generiche affermazioni di principio sulle quali si basa la programmazione del federalismo fiscale nel nostro paese, molte delle quali costituiscono delle vere contraddizioni in termini”.
“Il Governo – ha incalzato l’on. Narducci - deve prima di ogni cosa chiarire che tipo di federalismo intende attuare nel nostro paese” e “parlare a un tempo di federalismo fiscale e di livelli alti di perequazione, come fa il ministro dell'economia, significa semplicemente non attuare alcun programma federale e spargere fumo negli occhi dei cittadini”.
“Da sempre sono un acceso fautore della riforma federale: ma il federalismo è una scelta di democrazia rispetto alla quale occorre una attenta e condivisa discussione sui benefici attesi ma anche sugli inevitabili costi. Di tutto ciò nel DPEF non ne vedo neanche la premessa” ha concluso l’on. Franco Narducci. (Italia Estera).