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21 set 2008PAKISTAN: Al Qaida e i Talebani dietro il feroce attentato di Islamabad

E' l’inizio di una nuova e più violenta fase del fondamentalismo islamico?. Forte impegno dei nuovi governanti contro il terrorismo

di Alfonso Maffettone
ROMA, 21 SETT, (Italia Estera) – Chi riteneva che non esistesse una guerra del terrorismo islamico contro l’Occidente e’ stato smentito per l’ennesima volta. Le cronache hanno riportato all’attenzione di tutto il mondo il flagello di Al Qaida che appare piu’ forte di prima e mira a creare instabilita’  in Pakistan per favorire il ritorno dei Talebani in Afghanistan. Il paese e’ stato scosso ieri  da un sanginoso e ferocissimo attentato a Islambad contro l’hotel di lusso americano Mariott - una icona del business in Pakistan come  le Torri gemelle a  New York-  ed ha vissuto,  ha scritto un giornale locale in lingua inglese, il suo 11 settembre 2001.
Un camion condotto da un kamikaze e carico di seicento chili di tritolo ha abbattuto le barriere di accesso all’albergo ed e’ scomparso  in una grande esplosione che ha avvolto nelle fiamme l’edificio di sei piani ed aperto un immenso cratere nel suolo. Cinquantatre’ persone, secondo un bilancio ancora provvisorio, sono morte. Fra loro l’Ambasciatore della Repubblica Ceca e molti occidentali. Non vi e’ stata nessuna rivendicazione   ma sia le autorita’ pakistane che gli esperti dell’intelligence americana attribuiscono la matrice dell’attacco ad Al Qaida ed ai talebani , suoi fiancheggiatori, che hanno trovato paradisi di sicurezza nella zona settentrionale tribale al confine con l’Afghanistan.
Il Pakistan riveste una importanza strategica nello scacchiere occidentale: e’ la seconda potenza nucleare in Asia  ed e’ alleato degli Stati Uniti nella guerra contro il terrorismo. Gli Usa si servono delle vie di comunicazioni pakistane per rifornire le proprie forze che operano in Afghanistan. Per questo  Osama Bin Laden, il quale  e’ vivo e vegeto secondo il nuovo video di Al Qaida, ha lanciato la jihad contro i  governanti di Islamabad. Il leader fa leva sugli integralisti pakistani e appoggia i guerriglieri talebani rifugiatisi dall’Afghanistan dopo la controffensiva della coalizione della Nato alla quale partecipa anche un contingente militare italiano.
Il micidiale attacco suicida di ieri, secondo gli analisti, ha voluto essere un avvertimento alla vigilia dell’incontro del presidente americano George Bush fissato martedi’ a New York con il neo Presidente della Repubblica Asif Ali Zardari, vedovo dell’ex primo ministro Benazir Bhutto.
Negli ultimi tempi le forze speciali degli Stati Uniti hanno intensificato i bombardamenti ed i raid contro le basi in Pakistan dalle quali i talebani  sferrano le azioni  contro le truppe americane in Afghanistan. Questi movimenti sono dettati forse anche dal desiderio di Bush di migliorare la situazione prima della scadenza del suo ultimo mandato elettorale. Al Qaida ha  reagito ed ha inteso lanciare ieri un segnale di intimidazione soprattutto a Zardari considerato uomo degli americani alla pari dell’ ex presidente Pervez  Musharraf.
Nel  primo discorso in parlamento Zardari non  e’ apparso impaurito e si e’ impegnato a fare  ogni sforzo per estirpare l’estremismo. “Noi annienteremo il cancro dei terroristi che usano il nostro suolo per attaccare altri paesi”, ha detto. Dal canto suo il primo ministro, Yousaf Raza Gilani, ha sostenuto di essere stato il mancato obiettvo dell’ azione suicida di ieri ed ha ripetuto la sua determinazione ad usare il pugno di ferro contro il terrorismo.
In realta’  le ramificazioni di Al Qaida che si sono impiantate nel nord est del paese in alleanza con i talebani sono ben radicate. L’offensiva dell’esercito pakistano e’ stata finora debole per una serie di motivi di ordine di interno. Prima di tutto i militari  non ignorano che oltre la meta’ dei pakistani e’ contraria alla lotta contro i talebani. Inoltre le forze armate hanno ricevuto un duro colpo al loro prestigio dalle dimissioni che Musharraf ha dovuto dare in seguito alla crisi politica scaturita dall’uccisione nel dicembre scorso della Bhutto. La situazione quindi e’ molto complessa. L’opinone pubblica e’ convinta che l’esercito sia al servizio degli americani e non degli interessi nazionali. Ce la faranno i nuovi governanti pakistani   a  gestire il Paese?. L'attentato  all'hotel Marriott di Islamabad  potrebbe essere l’inizio di  una nuova e più violenta fase del terrorismo islamico.
Alfonso Maffettone/Italia Estera



 
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