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05 gen 2011Battisti, proteste a Roma e Milano

Resta alta la tensione Italia-Brasile e continuano le dichiarazioni al vetriolo contro Brasilia. Sit-in e manifestazioni di protesta bipartisan per il no dell'ex presidente Lula all'estradizione di Cesare Battisti in Italia. Peluso ha ordinato di riaprire il dossier – L’Italia presenta ricorso per bloccare la scarcerazione - Berlusconi: è criminale vero, nessuna vendetta. La vicenda Torreggiani mi ha colpito molto - FABIO PORTA: creare una Commissione di Conciliazione tra Italia e Brasile sotto l’egida del Tribunale de L’Aja -


Servizio di Reginaldo Varisco

BRASILIA, 4 gennaio 2010 (Italia Estera) - - Il presidente del Supremo Tribunal Federal, Cezar Peluso, ha ordinato di riaprire il dossier relativo all'estradizione di Cesare Battisti presso l'Alta Corte brasiliana, a seguito della richiesta di scarcerazione dei legali dell'ex terrorista rosso e del ricorso presentato dagli avvocati dell'Italia per bloccare tale richiesta. Lo rende noto un comunicato dell'Stf, rilevando che Peluso ha ordinato di 'disarchiviare' il procedimento e di allegare agli atti la richiesta ''dell'immediato rilascio'' di Battisti presentata ieri dopo il diniego all'estradizione deciso il 31 dicembre dall'ex presidente Lula. ''Oggi, il governo italiano ha chiesto che Battisti rimanga in prigione, fino all'esame da parte dei ministri della Corte'' di tale decisione: ''anche questa richiesta - precisa la nota - sara' allegata'' agli atti relativi al procedimento.

LEGALE DI ROMA, RICORSO CONTRO IL RILASCIO - Il legale dell'Italia nel caso Battisti, Nabor Bulhoes, ha presentato poco fa al Supremo Tribunal Federal a Brasilia "un ricorso per bloccare il rilascio" dal carcere di Papuda dell'ex terrorista. "Nei prossimi giorni presenteremo un altro ricorso per spiegare perché", dopo il 'no' all'estradizione di Battisti annunciata giorni fa dall'ex presidente Lula, "il governo del Brasile ha violato il trattato" bilaterale di estradizione in vigore tra i due paesi, ha detto all'ANSA Bulhoes.

 LA RUSSA,CON BRASILE STESSI RAPPORTI,MA CONSEGUENZE - "I rapporti con il Brasile potranno restare gli stessi, non è che interrompiamo le relazioni diplomatiche, ma le conseguenze ci saranno". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a SkyTg24. "Per quanto riguarda il trattato italo-brasiliano, che riguarda anche la Difesa, io dico - ha aggiunto - che il Governo l'ha già votato e non possiamo modificarlo, ma deve passare dal Parlamento. C'é un clima che consente a questo trattato di essere sicuramente approvato dal Parlamento? Non lo so, credo che non ci sia più un clima estremamente favorevole". Sulla posizione del presidente del Consiglio sulla vicenda, La Russa ha affermato che "Berlusconi ha evitato di fare dichiarazioni pubbliche sul caso Battisti proprio per non dare l'impressione che noi ponessimo al Brasile un aut aut, una strategia che ha portato alla sentenza a favore della nostra tesi. Quindi, la strada seguita dall'Italia è stata vincente fino a ieri. La decisione di non alzare i toni da parte di Berlusconi era figlia del convincimento che avessimo già ottenuto il risultato". Ma "quella di Lula - ha sottolineato - é stata una decisione tutta rivolta verso la politica interna brasiliana, quasi un regalo alle frange estreme del suo partito, che esula dai rapporti bilaterali Italia-Brasile". "Per quanto mi riguarda - ha ribadito La Russa - risponderò positivamente a tutte le iniziative che chiederanno i parenti delle vittime: sarò alla manifestazione di Milano davanti al consolato brasiliano e aderirò a tutte le proposte, che siano naturalmente rispettose della legalità, che avanzeranno i parenti delle vittime di Battisti e del terrorismo. Se mi chiedessero di boicottare, io boicotterò, se mi chiedessero di non andare in Brasile - ma questo anche se non me lo chiedono - io non mi recherò in Brasile fintanto che questa decisione non sarà profondamente modificata".

FABIO PORTA: creare una Commissione di Conciliazione tra Italia e Brasile sotto l’egida del Tribunale de L’Aja -   Fabio Porta, deputato eletto all'estero nella Ripartizione America Meridionale, membro della Commissione Affari Esteri e Vice Presidente del Comitato Permanente sugli italiani all’estero, rilascia oggi una lunga dichiarazione, nella quale , tra l’altro, dice: "All’indomani dell’improvvida decisione dell’allora Ministro della Giustizia brasiliano di concedere lo status di rifugiato politico a Cesare Battisti, ci mobilitammo in molti per evitare la scarcerazione del terrorista riprendendo nel contempo un’azione pressante di informazione diretta alle autorità brasiliane sui reali contorni della vicenda storico-politica e processuale che aveva portato alla condanna dello stesso Battisti da parte della magistratura italiana.
"A seguito dell’ultima decisione dell’ex Presidente del Brasile", Porta ritiene "che – come autorevolmente ha sostenuto l’insigne giurista Antonio Cassese – "una possibile soluzione possa essere trovata soltanto se Italia e Brasile, insieme, con intelligenza, collaborazione e civiltà, rinunceranno alla propaganda per scegliere insieme un percorso di giustizia e maturità politica". In questo senso, la proposta di creare una Commissione di Conciliazione tra Italia e Brasile come previsto dall’accordo del 1954 e sotto l’egida del Tribunale de L’Aja potrebbe rappresentare una strada utile ad una seria soluzione della controversia".
Per Porta, "i rapporti tra l’Italia e il Brasile sono molto più forti di una controversia legale, per quanto grave e delicata come questa: essi affondano le proprie radici nell’epopea di milioni di nostri connazionali che nel corso di oltre un secolo hanno scelto quel Paese come la loro nuova terra; oggi sono oltre trenta milioni i brasiliani di origine italiana e ad unirci è sempre più il futuro dei nostri due Paesi, non più soltanto il nostro comune passato".
"È per questo che il "caso Battisti" può e deve costituire un punto di partenza per riaprire e riavviare questo fruttuoso e necessario dialogo; non piuttosto un infausto punto finale di una storia gloriosa. Sono certo – conclude - che i due Presidenti della Repubblica, Giorgio Napolitano e Dilma Rousseff, sapranno essere con saggezza e lungimiranza gli artefici di questo auspicato e improrogabile nuovo inizio".

BERLUSCONI: E' UN CRIMINALE VERO, ESTRADIZIONE NON E' VENDETTA - ''Mi sono radicato nell'idea che Battisti ha rivestito di ideologia politica una sua realta' di criminale vero''. Lo ha affermato il presidente del Consiglio, Silvio Berlsconi, al termine dell'incontro con Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere assassinato da Cesare Battisti nel febbraio 1979. ''Questa vicenda non riguarda i buoni rapporti che abbiamo con il Brasile ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel Paese non cambieranno a causa di questa situazione'', ha poi aggiunto. E la richiesta di estradizione al Brasile non e' ''un fatto di vendetta, vogliamo si affermi la giustizia che ogni volta che e' lesa riguarda tutti''.

 VICENDA TORREGIANI MI HA COLPITO MOLTO - Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e' rimasto colpito dalla storia della famiglia Torregiani e, in particolare, di Alberto, che e' rimasto su una sedia a rotelle. ''La sua - ha spiegato Berlusconi - e' una vicenda che mi ha colpito molto. Il signor Torregiani non solo ha perso il padre ma ha subito una grave infermita'. Proprio lui che, ho saputo oggi, da ragazzo giocava bene al calcio e avrebbe voluto militare nelle giovanili del mio Milan''.
A GENNAIO CONFERENZA A BRUXELLES, ARRIVARE FINO ALLA CORTE DELL'AJA - Silvio Berlusconi ha annunciato che la terza settimana di gennaio a Bruxelles con il Partito Popolare Europeo sara' organizzata una conferenza stampa sul caso di Cesare Battisti. ''Ho espresso la mia solidarieta', quella del Governo e della mia parte politica - ha detto Berlusconi - e ho proposto al signor Torregiani di venire a Bruxelles la terza settimana di gennaio dove, con il Partito Popolare Europeo, organizzeremo una conferenza stampa per far conoscere la realta' dei fatti e arrivare fino alla corte di giustizia de L'Aja''. Il presidente del Consiglio ha quindi spiegato di aver aderito all'iniziativa del sottosegretario Daniela Santanche' di incontrare Alberto Torregiani: ''Mi sono intrattenuto con lui, mi ha raccontato il suo caso e sono rimasto molto impressionato''.
TORREGIANI, SPIEGHEREMO A TUTTI DOVE STA LA VERITA' - Alberto Torregiani, figlio del gioielliere assassinato nel 1979 da Cesare Battisti, ha aderito alla proposta formulata dal presidente del Consiglio di partecipare ad una conferenza stampa a Bruxelles per spiegare la vicenda della mancata estradizione dal Brasile del terrorista Cesare Battisti. "Noi come famigliari della vittime - ha spiegato Torregiani - abbiamo preso una linea che è quella di raccontare la verità. Siamo convinti non ci sia altro modo se non raccontare i fatti. La conferenza stampa è la condizione migliore per fare emergere e per spiegare alla gente dove sta la verità sperando così che la giustizia possa essere applicata". Torregiani, che é rimasto a colloquio per circa 25 minuti con il presidente del Consiglio, ha ringraziato per la solidarietà che il premier ha espresso a nome anche del governo.

SOSTEGNO UE A ITALIA SAREBBE OFFESA PER NOI - Iniziative europee a sostegno dell'Italia sul caso Battisti sarebbero viste a Brasilia come "un'offesa dei rapporti che si costruiscono tra nazioni in materia di sovranità, perché la decisione del presidente Lula rientra strettamente nell'ambito della legalità, è basata sull'ordine giuridico brasiliano e segue le direttive dettate in precedenza dal Supremo Tribunal Federal (la Corte Costituzionale brasiliana, ndr)". Lo ha affermato oggi il nuovo ministro della Giustizia del governo della presidente Dilma Rousseff, José Eduardo Cardozo, dicendosi convinto comunque che tali iniziative non ci saranno. "E' naturale che ci siano applausi e critiche ad una decisione difficile e complessa come quella a riguardo di Battisti - ha osservato Cardozo in un'intervista alla Bbc brasiliana - ma questo non significa che si possa e si debba mettere in questione la sovranità del Brasile in una faccenda su cui ha tutto il diritto di decidere". "Io credo - ha aggiunto il ministro - che i Paesi debbano rispettarsi a vicenda nell'ambito delle loro decisioni di sovranità".

SIT-IN A ROMA, 'GIUSTIZIA E NON VENDETTA' - Un centinaio di persone si e' riunito a Roma, a piazza Navona davanti all'ambasciata del Brasile, per ribadire il ''no'' alla decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti. Diversi gli striscioni esposti dai manifestanti che chiedono a gran voce ''giustizia e non vendetta'' e definiscono Lula e Battisti ''vigliacchi''. Massiccia la partecipazione di esponenti del Pdl, del Movimento per l'Italia, dell'Udc al sit-in di protesta.

                                        Reginaldo Varisco/Italia Estera




 
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