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11 feb 2011Berlusconi sale al Quirinale: è gelo

Il capo dello Stato: «Le garanzie del giusto processo sono già nella Costituzione, tentazioni di strappi non portano alla verità»
di Luciano Lombardini
 
ROMA, 11 FEB 2011  (Italia Estera) -   Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è salito al Quirinale per l'incontro con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il premier ha varcato il portone del Colle alle 17.13. Il colloquio con il presidente della Repubblica è durato un'ora e 20 minuti. Resta il gelo tra Quirinale e Palazzo Chigi:
 
L'ultimo incontro al Colle risale al 18 gennaio scorso. L'occasione era la definizione dell'agenda delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita' d'Italia, ma Silvio Berlusconi, gia' nel pieno del Ruby gate, non resistette alla tentazione di rappresentare le proprie ragioni a Giorgio Napolitano e dall'invocare la persecuzione giudiziaria per la nuova accusa di prostituzione minorile.
 
Anche oggi, raccontano, il premier avrebbe ribadito al capo dello Stato che ogni fatto contestato dalla procura di Milano cadra' nel nulla, perche' non c'e' nulla di rilevante penalmente, e avrebbe quindi spiegato di essere vittima di un'offensiva giudiziaria fondata su accuse infondate che avrebbero un solo obiettivo, quello di mandarlo via da palazzo Chigi.
 
 Il presidente della Repubblica, a quanto si apprende, avrebbe ripetuto punto per punto quello che aveva gia' detto a chiare lettere in mattinata: ''Il giusto processo e' garantito nella Carta Costituzionale, basta strappi sulla giustizia''.
 
Un messaggio chiarissimo, dunque, quello del Colle al premier: l'unico modo per rispondere alle accuse è quello di farlo nelle competenti sedi giudiziarie, non certo  alzando i toni dello scontro con interviste e messaggi tv. Dal canto suo il capo del governo, pur tenendo toni bassi seguendo i consigli di Gianni Letta e  del ministro della Giustizia Angelino Alfano, ha mantenuto la linea: ha sostenuto che l'interesse primario del Paese è quello che al presidente del Consiglio sia consentito di governare, portando a termine quelle riforme chieste dagli elettori attraverso il voto, senza doversi difendere continuamente da accuse che giudica totalmente infondate.
Il premier, riferiscono, supportato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta (presente al colloquio e principale sponsor dell'incontro di oggi) avrebbe assicurato che il governo non fara' forzature, ma andra' avanti con le riforme anche sul fronte delle giustizia, senza strappi e ricorsi a decretazione d'urgenza, nel rispetto della Carta.
 
 
Nessuna volontà di "strappi", dunque, anche nella consapevolezza che senza un dialogo con il Colle nessun provvedimento avrebbe chance di passare. Ma allo stesso tempo la determinazione a non farsi paralizzare, avrebbe ribadito, da inchieste che hanno il solo scopo cacciarlo da palazzo Chigi, come nel '94.
In particolare il presidente del Consiglio avrebbe garantito a Napolitano di avere i 'numeri' in Parlamento per continuare la legislatura e che la maggioranza alla Camera si sta rafforzando. Il colloquio si e' concentrato anche sui temi dell'economia, alla luce del nuovo piano presentato dall'esecutivo per il rilancio della crescita e in vista dell'incontro di domani sulla vicenda Fiat con Sergio Marchionne.
 

"Nella Costituzione e nella legge i riferimenti per far valere le ragioni della legalità e le garanzie del giusto processo"

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in mattinata ha ricevuto al Quirinale il Comitato di Presidenza e una rappresentanza del Csm per la consultazione da tempo richiestagli su questioni specifiche di ordinamento dei lavori del plenum del Consiglio. Il Presidente ha convenuto sui criteri già adottati in quanto coerenti con il tendenziale superamento di tradizionali rigidità nei rapporti tra i componenti del Consiglio per effetto delle diverse appartenenze elettive.
Successivamente il Capo dello Stato si è intrattenuto con il Vice Presidente e i componenti di diritto del Comitato di Presidenza del CSM che gli hanno espresso la preoccupazione e l'inquietudine del Consiglio e della magistratura per l'aspro conflitto istituzionale in atto.
Il Presidente della Repubblica, nel riservarsi di cogliere l'occasione opportuna per partecipare nuovamente al plenum del Csm, ha richiamato le sue recenti dichiarazioni in occasione della Giornata dell'informazione, allorché ebbe modo in particolare di porre in evidenza che "nella Costituzione e nella legge possono trovarsi i riferimenti di principio e i canali normativi e procedurali per far valere insieme le ragioni della legalità nel loro necessario rigore e le garanzie del giusto processo. Fuori di questo quadro, ci sono solo le tentazioni di conflitti istituzionali e di strappi mediatici che non possono condurre, per nessuno, a conclusioni di verità e di giustizia".
Luciano Lombardini/Italia Estera
Intanto ieri, 12 febbraio, a livello istituzionale si è alzato il livello dello scontro tra il Colle e il presidente del Consiglio. A poche ore di distanza dall’incontro tra Berlusconi e Napolitano, infatti, quest’ultimo ha inviato un nuovo monito al premier: se il livello di tensione istituzionale non si abbasserà, non si escludono elezioni anticipate.
Un monito duro, che avrebbe colto di sorpresa Silvio Berlusconi (almeno stando alle indiscrezioni dei suoi fedelissimi).



 
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