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17 feb 2011Continua la "fuga" dal Fli

Fini: Dietro al «verosimile» allargamento della maggioranza ci sono «le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente»
 
di Beppe Nisa 
ROMA, 17 FEB 2011  - (Italia Estera) - Fuga da Fli continuano. Dopo l'addio annunciato ieri dal senatore Giuseppe Menardi, oggi è la volta del senatore Franco Pontone, pure lui  é in procinto di lasciare il gruppo di Futuro e libertà al Senato. Anche il deputato Roberto Rosso vuole tornare con il premier Berlusconi. Pontone, ex  amministratore di An, da tempo in "sofferenza" in Fli, non solo sta per formalizzare il suo addio al gruppo nel giro di poche ore, ma avrebbe deciso anch’egli di tornare al Popolo della libertà. Certo che il Falco Bocchino  che é il Vicepresidente voluto da Fini, dovrà certamente domandarsi il perché. Ad avviso di alcuni fuorusciti del Fli "ha confermato la sua abituale arroganza e la sua presunzione a tal punto che si è inimicato gran parte degli amici, bruciando tutto il credito fin qui accumulato senza particolare merito".  Intanto ha convocato per venerdì 18 febbraio la prima riunione della segreteria politica nazionale dei "futuristi", composta da membri non parlamentari, indicati durante l'Assemblea costituente di Milano dello scorso fine settimana. Il Fli, che a Palazzo Madama contava solo su dieci senatori, con questi due esodi rischia di dover sciogliere il gruppo se nei prossimi giorni non ci saranno nuovi arrivi.
E' ormai evidente che nel quartier generale finiano sia scattato l'allarme rosso e si tenti comunque di evitare che lo smottamento diventi una frana. Smottamento che, però, potrebbe arricchirsi a breve di nuovi addii, se risultasse vero quanto trapela a sera: oltre all'imminente addio di Luca Barbareschi, Pasquale Viespoli starebbe valutando di passare con Forza Sud di Gianfranco Micciché. Ma, e avrebbe del clamoroso, anche il coordinatore siciliano Pippo Scalia sarebbe pronto a passare con Forza Sud. Per tutto il giorno Scalia sarebbe stato cercato al telefono, infruttuosamente, dai suoi compagni di partito. Alla Camera, tra l'altro, si starebbe lavorando alla nascita del gruppo di Forza Sud entro la settimana, per modificare i rapporti di forza in commissione Bilancio. Italo Bocchino - riferiscono - sarebbe impegnato in un estremo ma per ora infruttuoso tentativo di mediazione. Un faccia a faccia con Adolfo Urso, nel pomeriggio, non sarebbe andato per niente bene. E sempre il neo vicepresidente del partito avrebbe contattato ieri il senatore Valditara, chiedendogli di raccogliere la componente finiana di palazzo Madama e provare a frenare gli esodi. Impresa ardua.
Gianfranco Fini, in un intervento che sarà pubblicato domani su Il Secolo attacca: Dietro al «verosimile» allargamento della maggioranza ci sono «le tante armi seduttive di cui gode chi governa e dispone di un potere mediatico e finanziario che è prudente non avversare direttamente», Secondo Fini, inoltre, Berlusconi può anche contare sui «sentimenti di chi teme per il proprio status di ministro o di parlamentare o di chi aspira a divenire sindaco, assessore o per lo meno consigliere comunale».
«Le polemiche e le divisioni esplose dopo l'Assemblea Costituente di Milano hanno creato sconcerto in quella parte di pubblica opinione che ci aveva seguito con attenzione e ovviamente fanno gioire i sostenitori del presidente Berlusconi, che già immaginano di allargare la fragile maggioranza di cui godono alla Camera», ha affermato ancora Fini.
«Ci riconosciamo e intendiamo agire nell'ambito dei valori e della cultura politica del centrodestra, senza alcuna ambiguità nè tantomeno senza derive estremiste o sinistrorse», ha aggiunto Fini. «Sappiamo che il nostro è un progetto ambizioso e quindi difficile. Ma soprattutto sappiamo che va spiegato agli elettori più che agli eletti. Ne consegue che è nella società che Futuro e Libertà dovrà sviluppare le sue iniziative, tessere la sua rete, organizzare i suoi consensi. E solo quando si apriranno le urne, accada tra poche settimane o tra due anni, sapremo se avremo vinto la nostra battaglia» 
Ma la “fuga” non si registra solo nel Fli.  C’è n’è un’altra, questa volta nell’UDC. A farlo sapere la senatrice Helga Thaler tra le promotrici dell'iniziativa, che  annuncia la nascita di un nuovo gruppo al Senato. Si chiamerà "Per le Autonomie" .. «La prima cosa che voglio mettere subito in chiaro - precisa - è che noi non saremo l'equivalente del gruppo dei "Responsabili" che si è creato a Montecitorio, come pensa qualcuno. Noi vogliamo restare dove siamo, e cioè in difesa delle autonomie senza schierarci né con la maggioranza, né con il terzo polo, né con la destra, né con la sinistra. La nascita del nuovo organismo parlamentare dovrà essere considerata come una scissione dal gruppo unitario che avevamo insieme all'Udc. L'idea è quella di prendere posizione provvedimento per provvedimento. Sono interessati a questo progetto alcuni senatori come Giulio Andreotti, Manfred Pinzger, Antonio Fosson. Poi sembrano guardare con attenzione alla nostra iniziativa Adriana Poli Bortone, Maria Giuseppina Castiglione e Piergiorgio Massidda». Tra i nomi che circolano che potrebbero aderire al nuovo gruppo ci sono anche quelli di Raffaele Fantetti e Riccardo Villari. E l'ex Fli Giuseppe Menardi? «Ci siamo parlati ieri per la prima volta - racconta ancora la Tahler - e ha mostrato dell'interesse».

Intanto Pier Ferdinando Casini, ospite di Otto e mezzo su La7, sposta il discorso dalle casacche alle elezioni e precisa che nel caso si andasse alle urne «non ci sarà alleanza» dell'Udc con il Partito democratico e «non credo alle sante alleanze costruite in funzione anti Berlusconi». «O si producono fatti veri e un passo indietro di Berlusconi sarebbe un fatto vero, ma non lo farà, o in mancanza di fatti veri e di produttività del Parlamento andare alle urne non sarebbe un ripiego bensì l'unica scelta utile al paese», ha detto ancora il leader dell'Udc. «Il nostro padrone - ha aggiunto - è il popolo, allora mettiamo nelle sue mani il verdetto rispetto ad una situazione politica stagnante in cui il fallimento di Berlusconi non avviene per vie giudiziarie ma sul terreno politico perché la rivoluzione liberale promessa non si è prodotta».

Un’ultima notizia sui colori delle casacche: Guzzanti aderisce ai Responsabili. Luciano Sardelli, capogruppo di Iniziativa responsabile, il gruppo nato alla Camera per sostenere il premier, ha annunciato l'adesione dell'ex Pdl ed ex gruppo misto Paolo Guzzanti al gruppo: «È con grande soddisfazione personale e politica che accogliamo l'onorevole Guzzanti come indipendente liberale nel nostro gruppo, sicuri che porterà uno straordinario contributo culturale e politico alla nostra attività parlamentare».
Intanto la Lega che sta a guardare gongola. Gli sviluppi parlamentari di oggi rappresentano "un buon segno per la maggioranza", commenta il ministro delle Riforme Umberto Bossi.
 
Berlusconi intanto non esita a mostrarsi soddisfatto per i numeri della maggioranza che riprendono a crescere.
 
Beppe Nisa/Italia Estera
 



 
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