Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
24 feb 2011Le rivolte nel mondo arabo fanno emergere l’Iran come paese vincente

di Alfonso Maffettone

ROMA, 24 FEB, (Italia Estera) – La Repubblica islamica dell’Iran è il paese che ha già capitalizzato il risultato delle rivolte popolari che hanno scosso il mondo arabo dal Mediterraneo al Mare Rosso. Con la Libia in fiamme e con Tunisia ed Egitto in trasformazione , il Presidente Mahmoud Ahmadinejad sembra emergere come il vincitore politico della situazione a tutto danno dell’Arabia Saudita tradizionale alleata degli Sati Uniti. Il peggiore nemico di Israele e dei valori della libertà e democrazia progetta di aumentare la sua influenza sulla scacchiera mediorientale dopo aver beneficiato del crollo dei leaders arabi che erano più ostili all’Iran ma che erano anche i più solidi pilastri dell’Occidente in M.O. Questa settimana due navi da guerra iraniane hanno attraversato il Canale di Suez con il consenso dei militari egiziani del Consiglio Supremo delle Forze Armate probabilmente già sotto la pressione dei Fratelli Musulmani, il maggiore gruppo dell’opposizione egiziana messo al bando in passato come forza estremista islamica dal dittatore Hosni Mubarak costretto a dimettersi nei giorni scorsi a furor di popolo. Mai dal 1979 unità di Teheran erano state ad un tiro di schioppo da Israele perché Mubarak si era sempre opposto e contava sull’ appoggio del re dell’ Arabia Saudita. Entrambi sunniti , (la corrente di maggioranza dell’Islam) , erano in lotta contro l’ascesa e l’espansionismo della minoranza sciita di cui l’Iran è la massima espressione. Adesso la situazione non è tranquilla in Arabia Saudita scossa dall’onda di proteste che ha già investito l’Egitto. Re Abdullah ha dato ieri un segnale della sua preoccupazione annunciando un pacchetto di 10 miliardi di dollari per un incremento della spesa in welfare e per aiuti ai giovani che vogliono sposarsi ed aprire imprese di lavoro. Il sovrano si è anche dovuto incontrare con il re del Bahrein, Hamad bin Isa al-Khalifa, per trovare una soluzione alla rivolta popolare scoppiata contro la famiglia reale sunnita di quel paese. Hamad bin Isa al Khalifa ospita una delle basi americane più grandi e strategiche della zona , una base importante anche per i sauditi, perché protegge le installazioni petrolifere del regno in un’area in cui gli sciiti sono più forti. Il Bahrein ha circa 500,000 abitanti ma il 70% sono sciiti che da tempo denunciano di esser discriminati nel lavoro, nell’istruzione ed in politica. La scorsa settimana gli sciiti sono insorti in nome della democrazia. Il governo ha reagito con violenza facendo uccidere sette persone ma dopo ha allentato la morsa aprendo un dialogo con l’opposizione. Analisti ed esperti del Medio Oriente ritengono che i dimostranti siano appoggiati dall’Iran anche se il loro leader Al Wefag ha confermato la sua lealtà al Barhein. Il sospetto viene condiviso dall’Arabia Saudita che si sente accerchiata dai Paesi in rivolta e teme di diventare bersaglio del contagio destabilizzante proveniente dal Maghreb e tutto il Golfo Persico. Il sovrano Abdullah è caduto in una crisi di profonda frustrazione perché la protezione degli Stati Uniti, il suo più forte alleato, è diventata incerta dopo l’ansia di libertà e democrazia manifestata dalle masse arabe ed è preoccupato di perdere il suo ruolo nella Regione ad opera della Repubblica islamica dell’Iran pronta ad approfittare dell’instabilità. Sono timori realistici. Basta analizzare la situazione indicata dagli esperti : Iraq e Libano già sono nella sfera di influenza dell’Iran insieme a quei paesi che sono stati appoggiati da decenni dagli estremisti islamici, l’ Afghanistan vede l’Iran fra gli attori del suo teatro di guerra, in Egitto qualunque sarà il regime che emergerà sicuramente non sarà ostile ad Hamas come lo era Mubarak ed il gruppo militante di Hamas è protetto dall’Iran.

Alfonso Maffettone/Italia Estera 

 

 

 




 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati