ROMA – Il 2000 è stato un anno d’oro per il made in Italy. A comunicarlo è il Sistema Moda Italia, i cui dati mostrano nel settore tessile-abbigliamento un incremento dell’export, che è pari al 14,9% e che raggiunge i 52.371 miliardi di lire.
Le importazioni sono aumentate dell’11,2%, arrivando a 25.5O7 miliardi. Il saldo positivo è di 26.864 miliardi, corrispondente ad una crescita dell’11,2% rispetto al ‘99. Secondo le previsioni del Sistema Moda Italia, le prospettive per il 2001 sono altrettanto promettenti. Le esportazioni del settore tessile, a fronte di un aumento in valore del 17,2%, hanno registrato un aumento del volume del 18%. I filati sono cresciuti del 23%; i tessuti del 13,6%. Sono andati molto bene anche i filati di lana (+22,9%), i tessuti di cotone (+20%) e di lana (+15,9%). Il vestiario rileva un aumento dell’export pari al 13,1% in valore e all’11,3% in quantità. Maglieria e calzetteria registrano un incremento del 9,5% in valore e del 9,3% in quantità. La Germania è al primo posto nella graduatoria dei Paesi dove si esporta di più (17,3% sul totale, +6,6% annuo), seguita dalla Francia (1O,8%; +8,1%) e dagli Stati Uniti (9,8%; + 25,3%). Dopo la crisi tornano a crescere l’export verso i Paesi asiatici: Giappone (+16,1%), Hong Kong (+34,5%), Corea del sud (+83,1%), Singapore (+48,3%), Thailandia e Filippine (entrambe con incrementi superiori al 60%).
Le importazioni aumentano sia per i filati (+28%), sia per i tessuti (+42,5%). Sale l’import dei filati di lana (+46,4%), di cotone (+30,5%), dei tessuti di seta (+42,6%) e di lana (+2O,7%). Maglieria e calzetteria registrano un +19,6% in valore e +14,5% in quantità. Le importazioni crescono dalla Cina (+37,9%, dopo +41,9% nel 1999), che balza al primo posto tra i fornitori, con una quota totale del 10,1%. In forte incremento anche l’import dalla Romania (+32,8%), quarto posto dopo Germania e Francia; dalla Tunisia (+18,1% e quinto posto); dalla Turchia (+20,5%, sesto posto) e dall’India (+26,1%, settimo posto).