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17 gen 2011GLI STATI UNITI D’AMERICA VISTI DALL’ITALIA, Lady Michelle: una valida proposta



di Emanuela Medoro



ROMA, 17 GENN.2011 (Italia Estera) - Per l’anniversario della nascita di Martin Luther King (15-1-1929/ 4-4-1968) la First Lady di Washington Michelle Obama invia un messaggio ai sostenitori, esortandoli a celebrare la ricorrenza con opere di volontariato nella propria comunità, distribuzione di cibo, opere per l’ istruzione, sostegno agli anziani ed ai disoccupati, aiuto alle lavoratrici madri, il miglior modo di contribuire a realizzare, ciascuno con i propri mezzi, il sogno del Rev. King per un’America migliore. Lei stessa ha dato l’esempio celebrando questo giorno con una visita alla sede di una organizzazione che opera per i poveri ed i senzatetto chiamata “Affinché gli altri possano mangiare”. Fatti questi che la dicono lunga sulla situazione odierna in USA, ce ne devono essere tanti, forse troppi, di disoccupati senza tetto, denutriti o malnutriti.
Ricordo le parole del Presidente Obama che un anno fa in occasione della stessa ricorrenza rifletteva sul fatto che la sua elezione nel 2008 aveva fatto intravedere o sognare un’America post-razziale in cui tutti i problemi di miseria ed ignoranza sarebbero spariti. Non è successo ancora, diceva allora il Presidente, e quella promessa è tutt’ora ben lungi dal realizzarsi.
Viene spontaneo collegare oggi la esortazione ad operare con il volontariato per un’ America migliore con un recente fatto di cronaca, tristissimo, la sparatoria di Tucson, in Arizona, che ha gravemente ferito Gabrielle Giffords, deputato Congresso per il partito democratico ed ha ucciso sei persone, compresa una bambina nata l’11 settembre 2001. L’autore della strage, il cui nome ignoro volutamente, era legato a gruppi di razzisti bianchi. E’ un pezzetto di un complesso mosaico che ci aiuta a capire meglio l’America di oggi.
Mettiamo insieme alcune tessere del mosaico. Dunque ci sono tante persone di buona volontà che operano per i meno fortunati, accanto a questi ci sono gruppi di tradizionalisti bianchi, di religione cristiana, da cui emerge un giovane uomo che in preda ad un odio profondo, spara all'impazzata per uccidere l’avversario politico, considerato un nemico da abbattere.
Effettivamente la miscela politica degli USA di oggi è forte, un uomo di colore alla Casa Bianca, le sue riforme per il sistema sanitario e il sistema bancario, le sue leggi per i diritti civili, sono un insieme di cose tuttora difficili da digerire per tutti quelli che collegano la propria identità ai valori etici e politici dell’ America wasp.
Quest incontro/scontro di novità volte a migliorare la qualità della vita del maggior numero di persone possibili, indipendentemente dal colore della pelle e dal credo religioso, con le tradizioni di un particolare gruppo sociale, è il terreno di coltura dell’odio. Un esempio pratico di tale oodio potrebbero essere le liste nere presenti e subito scomparse, come dicono le cronache, nelle pagine web di Sarah Palin, ex governatrice dell’Alaska ed autorevole rappresentante del Tea Party. Ha ritenuto necessario dover dichiarare di non essere lei la mandante della sparatoria.
Nessuno ha pensato che possa esserlo stata direttamente, la sua è una scusa non richiesta, ma è certo che lei contribuito alla radicalizzazione della competizione politica fra gruppi sociali diversi per cultura e tradizioni.
La competizione spinta e radicale trasforma l’avversario, di cui è riconosciuta ed accettata l’esistenza nella società e nella vita politica, in un nemico da odiare e distruggere. E’ noto che l’odio può essere una gratificante affermazione della personalità per i deboli ed i perdenti, un compenso per miserie morali e materiali. Nei casi più gravi arma la mano di qualcuno, ed uccide indiscriminatamente vite innocenti.

Emanuela Medoro/Italia Estera







 
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