L'arresto di connazionali all'estero può dar luogo a situazioni molto complesse. Talvolta si verifica un'eccezionale divergenza fra reato commesso e pena applicata, come già successo nelle Maldive, con la condanna all'ergastolo di due connazionali per la detenzione di droghe leggere, ciò che ha reso necessario esperire interventi fuori dalla norma, per assistere e far liberare gli interessati. Nel caso in cui un connazionale sia arrestato in un paese straniero, il Consolato può:
- rendere visita al detenuto, qualora sia stato espressamente richiesto;
- indicare un eventuale legale;
- curare i collegamenti con i familiari in Italia;
- provvedere ad assicurare al detenuto, quando necessario e consentito dalle norme locali, assistenza medica, alimenti, libri e giornali;
- intervenire per il trasferimento in Italia, qualora il connazionale sia detenuto in Paesi aderenti alla Convenzione di Strasburgo sul trasferimento dei detenuti o ad accordi bilaterali ad hoc;
- intervenire, in particolari casi, per sostenere domande di grazia, su basi umanitarie.
Il Consolato non può:
- intervenire in giudizio per conto del connazionale;
- pagare le spese legali del detenuto;
- ottenere un migliore trattamento nella prigione nella quale il connazionale sia detenuto;
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